Il governo italiano sta valutando l'ipotesi di dare un'ultima chance a chi non ha approfittato della finestra per il rientro dei capitali chiusa a fine 2015
ROMA - Una 'voluntary bis', per dare una ultima chance a chi non ha approfittato della finestra per il rientro dei capitali chiusa a fine 2015, che potrebbe fruttare ancora tra 1 e 2 miliardi. Per ora è poco più che una ipotesi, e nessuna decisione è stata presa, ma nel governo italiano e nella maggioranza comincia a prendere piede l'idea.
Si tratta di mettere in atto una 'fase due' della voluntary disclosure, prima che scatti in modo generalizzato lo scambio automatico di informazioni tra le amministrazioni fiscali di mezzo mondo, che dovrebbe rendere difficile, se non impossibile, nascondere capitali nei paradisi fiscali.
Già nel 2017, infatti, partirà tra 40 Paesi lo scambio automatico di informazioni sui conti off shore secondo lo standard Ocse, che dovrebbe allargarsi ai 92 Paesi firmatari dal 2018. Un anno e mezzo ancora, quindi, in cui chi ancora ha occultato capitali deve in ogni caso decidere cosa fare. E concedere ancora una opportunità, anche se con sanzioni più severe di quelle scontate di cui beneficeranno gli oltre 130mila italiani che hanno fatto domanda di adesione, potrebbe consentire di portare a casa rapidamente risorse fresche da impiegare anche per la composizione della prossima manovra di bilancio.
Certo, le prime stime di potenziale gettito sono più che dimezzate rispetto ai risultati della fase 1 della voluntary, che ha fatto emergere 60 miliardi di imponibile sconosciuto al fisco, con un recupero di evasione di circa 4 miliardi. Ma si tratterebbe pur sempre di un buon 'tesoretto' da mettere al servizio delle misure per la crescita. Il tema, comunque, è di quelli politicamente sensibili, anche alla luce dello scandalo dei Panama Papers, sui quali Agenzia delle Entrate italiana e Guardia di Finanza sono ancora al lavoro.
Ma anche se ancora non c'è niente di definito, che l'opzione sia "sul tappeto" l'ha confermato nei giorni scorsi il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini, dopo che lo stesso ministro dell'Economia Pier Carlo Padon, seppur con prudenza aveva parlato di 'tagliando' in corso alla procedura appena conclusa anche per valutare "se esistono ancora margini di utilizzo".
Sul tavolo ci sarebbero peraltro diverse opzioni, da una nuova finestra a tempo, per "coprire" il solo 2017, visto appunto che dal 2018 scatterà la stretta internazionale contro i paradisi fiscali, oppure una misura 'strutturale'.
ats ansa