Cerca e trova immobili

BELGIORiaperta Maelbeek, la stazione della strage

25.04.16 - 20:42
A Bruxelles si cerca di tornare alla normalità. Ma la gente esce di meno, i ristoranti del centro continuano a lamentare la mancanza di clienti e le biciclette sono aumentate a dismisura
Riaperta Maelbeek, la stazione della strage
A Bruxelles si cerca di tornare alla normalità. Ma la gente esce di meno, i ristoranti del centro continuano a lamentare la mancanza di clienti e le biciclette sono aumentate a dismisura

BRUXELLES - Non basta riaprire la metro per tornare alla normalità, non basta schierare i soldati sulla banchina della stazione di Maelbeek per far sentire i cittadini più sicuri. La normalità, dopo il 22 marzo, non esiste più. E nemmeno la sicurezza.

Lo dice chiaramente quella fermata semivuota che oggi, a poco più di un mese dagli attentati, ha riaperto le porte per i viaggiatori ed invece ha accolto soprattutto giornalisti e persone entrate solo per posare un altro fiore, al riparo dalla pioggia che ha consumato tutti gli altri lasciati sulla strada in queste settimane.

Non c'erano danni strutturali, hanno detto i responsabili della società dei trasporti, la Stib, che oggi ha riportato tutto il sistema a pieno regime. Ma c'è voluto un intero mese per mandare via le tracce dell'orrore che si è prodotto in quel tunnel. I resti delle lamiere lacerate, i vetri frantumati sparsi su entrambe le banchine, sulle scale, agli ingressi.

E poi il sangue, a fiumi, lasciato dalle 16 vittime e dalle decine di feriti scampati al massacro, anche se alcuni con danni permanenti. La stazione oggi brilla. È tutto pulito, molto più di prima. Ma l'unica cosa che non sarà possibile mandar via è il ricordo di quel giorno, di quelle ore di angoscia e paura nelle quali tutta la comunità delle istituzioni europee di Bruxelles ha temuto di avere un proprio caro o conoscente a Maelbeek, cuore di quel quartiere.

Quelle ore in cui tutti hanno pensato, scioccati 'Potevo esserci io'. È da allora che tutto è cambiato. La metro è molto meno frequentata, le auto sono perennemente incolonnate nel traffico, le biciclette sono aumentate a dismisura e chi può va a piedi al lavoro. I ristoranti del centro continuano a lamentare la mancanza di clienti, perché la vita si svolge molto più dentro casa che fuori. È per questo che non stupisce oggi l'assenza quasi totale di persone nella metro appena riaperta.

Oltretutto, a fare numero non ci sono nemmeno i bigliettai perché è una fermata tutta automatizzata. Un po', spiegano i responsabili, è perché non si è dato risalto all'evento per motivi di sicurezza. Ma un po', spiegano i pochi passeggeri, è che ci si pensa due volte prima di scendere in un tunnel, soprattutto se si deve fare poca strada, condizione frequente in una città di medie dimensioni come Bruxelles.

"Sono scesa dal vagone e sono uscita in fretta, non volevo vedere, non volevo avere il tempo di pensare", confessa una ragazza. Una donna, velata, scende le scale mano nella mano con sua figlia, indicandole il grande muro prima dei tornelli. E si fermano a guardare l'unica novità di Maelbeek: un enorme poster bianco, con un cuore al centro e su scritto 'Tous Ensemble #Brusselstributè.

Chiunque vuole può lasciare il suo pensiero, ce ne sono già centinaia, anche dei parenti delle vittime. È un modo per tenerli in vita, così come i fiori che ricominciano ad accumularsi anche all'interno. La Stib ci ha provato a dare una parvenza di nuovo alla stazione, qualcuno le aveva anche suggerito di cambiare i murales che ne decorano le pareti interne. Sono due grandi facce stilizzate, opera di un artista belga. Qualcuno le ha riprodotte sulla lavagna bianca, aggiungendo una lacrima.

ats ansa
 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 
NOTIZIE PIÙ LETTE