CINEY - Lo scrittore polacco naturalizzato statunitense Martin Gray, autore di un libro simbolo dell'Olocausto dal titolo "In nome dei miei", è morto la notte scorsa nella cittadina belga di Ciney alla vigilia dei suoi 94 anni.
La notizia della scomparsa è stata data dal borgomastro di Ciney, dove viveva dal 2012 e di cui era cittadino onorario. Si era stabilito in Belgio, dapprima a Uccle, nel 2001, provenendo dalla Francia.
Gray è conosciuto per essere stato uno dei pochi deportati ebrei dei lager nazisti che è riuscito ad evadere dal campo di sterminio di Treblinka, vicenda che ha descritto nel suo famoso libro-testimonianza "In nome dei miei" (pubblicato in italiano nel 1972 da Rizzoli). La sua vicenda è stata narrata nel film di Robert Enrico "Au nom de tous les miens" (1983), ispirato dal suo libro. Alla sua storia di deportato e testimone della Shoah è dedicato il documentario "Seeking Martin Gray" di Frits Vrij (2007).
Nato a Varsavia il 27 aprile 1922 come Mietek Grayewski, a seguito dell'invasione della Polonia da parte dei nazisti viene trasferito con tutta la famiglia nel ghetto della capitale.
Nel settembre del 1942 viene deportato con la famiglia a Treblinka, dove sua madre ed i suoi fratelli vengono immediatamente uccisi. Un paio di mesi dopo Mietek riesce a scappare nascondendosi in un vagone ferroviario. Attraversa diversi villaggi dove informa la popolazione di ciò che avviene a Treblinka, senza essere creduto da nessuno.
Al suo ritorno a Varsavia, Mietek ha l'immensa gioia di trovare suo padre, che credeva morto, ma che sarà fucilato dinanzi ai suoi occhi, poco tempo dopo, in occasione dell'insurrezione del ghetto.