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REGNO UNITO«Stavo con una escort ma non lo sapevo»

13.04.16 - 17:34
Non si ferma la polemica relativa alla relazione del ministro della Cultura britannico con una prostituta
«Stavo con una escort ma non lo sapevo»
Non si ferma la polemica relativa alla relazione del ministro della Cultura britannico con una prostituta

LONDRA - Una relazione di oltre sei mesi con una donna, escort 'a sua insaputa'. S'è difeso così il ministro della Cultura britannico, John Whittingdale, nella bufera dopo aver ammesso d'aver intessuto dall'agosto 2013 al febbraio 2014 un legame stabile con una signora, senza mai accorgersi che questa esercitava il più antico mestiere del mondo.

La vicenda, svelata dallo stesso Whittingdale oltre un anno più tardi di fronte al timore che fosse ormai sul punto di saltar fuori, sta alzando un polverone, con tanto di polemica dell'opposizione laburista. Anche perché s'è accertato che ben quattro giornali avevano appreso della storia, ma che tutti - inclusi gli implacabili tabloid Daily Mail e Sun, sempre golosi di storie morbose e scandali a sfondo sessuale - si sono alla fine debitamente autocensurati. Non scrivendo neppure una riga.

Il fatto è che Whittingdale, 65 anni, scapolo impenitente e uomo politico in fama di falco nel Partito Conservatore del premier David Cameron, è diventato titolare nel frattempo della Cultura: vale a dire del dicastero che ha competenza anche sui media. Un ruolo nel quale si è ad esempio distinto come 'bestia nera' della Bbc, deciso a imporre una radicale cura dimagrante alla storica emittente pubblica del regno.

Il ministro ha provato ad anticipare le critiche, confessando tutto in un comunicato prima della pubblicazione della vicenda, seppure dopo aver atteso 14 mesi dalla fine dichiarata della liaison. Ha giurato di non aver capito che la donna - conosciuta sul sito per cuori solitari 'Match.com' - fosse, almeno part-time, una prostituta. E di averlo scoperto solo quando qualcuno provò a vendere la storia a un tabloid ed egli ne fu informato. Da qual momento interruppe ogni contatto, assicurando che nessuna delle decisioni prese in seguito in veste di ministro - in particolare sulla regolamentazione della stampa - sarebbe stata influenzata da quanto accaduto.

Ma i laburisti non si fidano e lo attaccano a viso aperto: per il ministro della Cultura ombra, Maria Eagle, la faccenda ha reso Whittingdale "vulnerabile" nel rapporto con i media. E a poco serve per ora l'arringa d'ufficio di Downing Street secondo la quale il ministro in fondo "è un single che ha diritto alla sua vita privata". Cameron - alle prese con tutta una serie di altri guai, dalle ricadute anche personali dello scandalo Panama Papers alle divisioni interne a partito e governo sul referendum di giugno sulla Brexit - gli rinnova intanto "piena fiducia".

E tuttavia potrebbe non essere sufficiente. Tanto più che a sollevare dubbi è l'atteggiamento - insolitamente deferente - mostrato nei suoi confronti dai giornali del regno. Alcuni di questi hanno provato a giustificarsi facendo sapere di aver deciso di non rivelare nulla del fattaccio, pur avendo indagato e trovato parecchio arrosto oltre al fumo, dopo averlo valutato alla stregua di "una questione privata". Spiegazione poco convincente, chiosa Norman Smith, commentatore politico della Bbc: scettico sulla sensibilità alla riservatezza proclamata ad personam dalle stesse testate che in questi giorni stanno facendo fuoco e fiamme contro l'ingiunzione giudiziaria che, in Inghilterra e Galles, impedisce loro di pubblicare i nomi di una coppia di celebrità britanniche. Impelagatasi - pare - in un bollente quanto privatissimo menage a trois.
 
 

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