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Per la prima volta i genitori del copilota Germanwings che ha provocato lo schianto in cui persero la vita 149 persone pubblicano un necrologio pubblico che desta sdegno tra le famiglie delle vittime
BERLINO - Sono passati 377 giorni dalla tragedia dello schianto di Germanwings. Il 24 marzo 2015 Andreas Lubitz, che soffriva di depressione, ha deciso di porre fine alla propria vita e a quella di 149 persone.
Quello sulle Alpi francesi è stato il primo incidente con vittime a coinvolgere una compagnia aerea a basso costo sul territorio europeo.
Una tragedia che ha gettato nello sconforto le famiglie delle vittime, compresa quella del co-pilota Andreas Lubitz, che per oltre un anno ha vissuto il dramma della perdita di un figlio e di un fratello.
Dopo poco più di un anno dalla disgrazia, per la prima volta i genitori, residenti a Montabaur, cittadina di 12mila abitanti della Renania-Palatinato (WW), rendono pubblicamente il loro cordoglio, attraverso un necrologio pubblicato sul quotidiano locale Westerwälder Zeitung.
Come ricorda la Bild, durante la celebrazione in ricordo delle vittime che si è tenuta lo scorso 24 marzo a Le Vernet, in Francia, sono stati 149 i nomi letti. Tutti meno che, uno, quello di Andreas Lubitz.
I genitori, nel loro annuncio, hanno voluto ringraziare tutti coloro che, «in un anno carico di spavento e di paura, di incomprensione, di agitazione, di stupore, disperazione» hanno aiutato e sono rimasti vicini a loro.
La famiglia Lubitz ha voluto ringraziare in particolare modo il parroco per il «funerale solenne», tutti coloro, un centinaio di persone, che hanno partecipato alle esequie e le pompe funebri per la loro discrezione.
Infine il saluto ad Andreas, che ha sollevato critiche da parte dei familiari delle vittime dell'incidente aereo: «Abbiamo perso una persona cara e preziosa. Per te: ci manchi tanto, ma tu sei e resti nei nostri cuori. tua mamma, tuo papà e tuo fratello».
Il contenuto del necrologio non ha infatti mancato di suscitare reazioni di incomprensione e sdegno. Jürgen Fischenisch, della Renania Settentrionale-Vestfalia, , che ha perso suo figlio in quel volo maledetto, ha dichiarato: «posso capire il dolore della famiglia che ha perso un figlio. Ma con questo ringraziamento pubblico, nel quale non è stata neppure spesa una parola in ricordo delle 149 vittime, che questa persona ha ucciso, mi mancano le parole su questa ignoranza e completa mancanza di pietà».
I genitori di un 24enne di Westerwald che ha perso la vita, hanno espresso attraverso il loro avvocato il proprio sdegno, riportato dalla Bild Zeitung. «Noi possiamo visitare il nostro figlio ucciso soltanto alla sua tomba. Nel suo ringraziamento la famiglia Lubitz definisce il figlio "una persona preziosa". La nostra rabbia ci impedisce al momento di esprimerci in parole».
