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RUSSIA / TURCHIAJet abbattuto, resta il gelo tra Putin ed Erdogan

30.11.15 - 09:10
I presidenti delle due nazioni non si sono incontrati a margine della Conferenza Onu sul clima organizzata a Parigi
Jet abbattuto, resta il gelo tra Putin ed Erdogan
I presidenti delle due nazioni non si sono incontrati a margine della Conferenza Onu sul clima organizzata a Parigi

MOSCA - Resta il gelo tra Putin ed Erdogan: a sei giorni dall'abbattimento del bombardiere russo da parte di F16 turchi al confine con la Siria, 'zar' Putin snobba il 'sultanò Erdogan negandogli un incontro che il leader di Ankara aveva auspicato a margine della Conferenza Onu sul clima organizzata a Parigi.

"Parliamo dell'incidente e proviamo a ricucire le relazioni fra i due stati quando ci incontreremo a Parigi", aveva proposto il presidente turco nei giorni scorsi. "Di questo incontro non se ne parla, non è in agenda", ha tagliato corto alla vigilia Dmitri Peskov, portavoce di Putin.

Alcuni media russi malignano che il leader del Cremlino sia arrivato al summit col consueto ritardo per evitare di incrociare il leader e di farsi fotografare con lui, oltre che con il presidente ucraino Petro Poroshenko. In ogni caso il 'gran rifiutò coincide anche con il varo da parte del governo russo delle prime sanzioni economiche contro Ankara: bando su frutta e verdura, stop ai voli charter e ai pacchetti turistici, oltre al ripristino dei visti e al divieto di assumere manodopera turca dal primo gennaio decretati sabato da Putin.

È solo "il primo passo", avvisa Mosca, perché "la lista può essere estesa se necessario". Per adesso però il Cremlino evita di colpire i prodotti manufatturieri. E nulla trapela sui grandi progetti a rischio, come la prima centrale nucleare turca e il gasdotto Turkish Stream, che avrebbero ripercussioni anche sull'economia e sugli interessi geopolitici russi.

Insomma, una bastonata mirata senza danneggiare troppo la già stagnante economia russa. Ora bisognerà vedere l'eventuale reazione turca. La stampa russa ipotizza contromisure che spaziano dal boicottaggio del Turkish Stream, che costringerebbe Mosca a rivedere la propria strategia energetica verso l'Europa, alla chiusura del Bosforo e dello stretto dei Dardanelli alle navi da guerra russe dirette in Siria, sfruttando le differenti interpretazioni della controversa legislazione marittima.

Ankara tuttavia sembra voler tentare il disgelo, non avendo sentito un sostegno inequivocabile dai leader occidentali dopo l'annuncio delle sanzioni russe. Preme per una de-escalation anche Obama, che oggi incontrando Putin a Parigi ha manifestato pure il suo rammarico per l'abbattimento del jet russo, stando al Cremlino.

Ma Ankara non vuole cedere alla richiesta di scuse accampando il diritto a difendere il proprio spazio aereo. "Nessun primo ministro turco, nessun presidente, nessuna autorità si scuserà", ha ribadito il premier turco Ahmet Davutoglu dopo aver incontrato a Bruxelles Jens Stoltenberg, il segretario generale della Nato, di cui la Turchia è membro.

Come gesto distensivo, Ankara ha recuperato e consegnato alle autorità russe il corpo del pilota del Su-24 abbattuto, il tenente colonnello Oleg Peshkov, rimpatriato oggi a Mosca con tutti gli onori militari. Ma per Mosca non basta. I suoi bombardieri, da oggi, volano anche con missili aria-aria per difendersi da eventuali attacchi. A Erdogan la prossima mossa

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