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SVIZZERA/SPAGNA"La Svizzera avrà un ruolo di mediazione nell’indipendenza catalana"

10.11.15 - 06:17
I secessionisti catalani in Svizzera plaudono alla risoluzione di Barcellona e strizzano l’occhio a Berna
"La Svizzera avrà un ruolo di mediazione nell’indipendenza catalana"
I secessionisti catalani in Svizzera plaudono alla risoluzione di Barcellona e strizzano l’occhio a Berna

BERNA/BARCELLONA – Con 72 sì e 63 no, il Parlamento della Catalogna ha approvato ieri la dichiarazione d’indipendenza della regione da Madrid. La risoluzione prevede l’inizio di un «processo di disconnessione democratica» dalla Spagna che si completerà nel 2017 con la secessione. Il premier spagnolo Mariano Rajoy ha fatto immediatamente ricorso al Tribunale costituzionale contro la decisione. Barcellona, dal canto suo, non terrà conto dell’avviso della corte, giudicata illegittima.

«Una risoluzione del tutto democratica» - La sezione svizzera dell’Assemblea nazionale catalana (Anc) – organizzazione che persegue una secessione pacifica – saluta con soddisfazione la dichiarazione d’indipendenza. «Essa è del tutto legittima e democratica poiché gli indipendentisti detengono la maggioranza dei seggi, come decretato dalle elezioni del 27 settembre scorso», dichiara David d’Enterria, membro della direzione di Anc Svizzera e ricercatore presso il Cern. Proprio in quelle elezioni, però, gli indipendentisti non hanno ottenuto la maggioranza assoluta dei consensi, ma solo quella dei seggi. La loro legittimazione a decidere per l’indipendenza non ne esce indebolita? «È vero che i partiti secessionisti non hanno ottenuto più del 50% dei consensi – premette d’Enterria –, ma hanno raggiunto ben il 48% e un altro 13% è stato ottenuto da formazioni favorevoli a indire un referendum sull’indipendenza. Inoltre, in Catalogna si è tenuto esattamente un anno fa un referendum non ufficiale poiché osteggiato dal governo spagnolo in cui hanno votato 2,3 milioni di catalani, l’81% dei quali si è detto a favore dell’indipendenza».

«Sono solo i catalani a dover decidere» - Nelle sue argomentazioni sentiamo parlare della volontà dei catalani, ma non di quella del resto degli spagnoli. Una scelta concordata e democratica non dovrebbe essere condivisa da tutto il Paese? Il responsabile svizzero di Anc è categorico: «Non succede in nessuno Stato che a votare riguardo all’indipendenza di un territorio sia l’intero Paese – sottolinea –. È una scelta di autodeterminazione che attiene solo al territorio interessato. Ha funzionato così anche nel recente referendum sulla secessione della Scozia, per esempio».

«Questo sarà l’importante ruolo della Svizzera» - D’Enterria si dice tranquillo per i risvolti che un’eventuale indipendenza potrebbe avere per i catalani che risiedono in Svizzera. «Rimarremo comunque detentori di un passaporto spagnolo e potremo tenerlo fino a quando la Svizzera non riconosca la Catalogna», afferma. Non teme, tuttavia, che il riconoscimento internazionale possa tardare ad arrivare? «Nell’ultimo secolo sono comparsi 125 nuovi Paesi nel mondo, 25 dei quali in Europa, e sono stati riconosciuti – sostiene d’Enterria –. I Paesi del mondo si adattano alla realtà, tanto più se l’indipendenza del nuovo Stato è stata raggiunta attraverso un processo pacifico e democratico. Ci sarà quindi un momento in cui la Svizzera, come altri, riconoscerà la Catalogna e stringerà degli accordi di reciprocità con essa». Secondo il sostenitore della secessione, del resto, il nostro Paese potrebbe assumere un compito speciale. «Il ruolo della Svizzera come mediatore in qualità di Paese neutrale sarà molto importante nel superamento dei problemi che potranno sorgere fra la Spagna e la Catalogna», afferma. «I catalani in Svizzera, del resto, sono in contatto con tutti i maggiori partiti svizzeri – aggiunge il responsabile di Anc – ed è stata avanzata una proposta di mediazione svizzera fra la Catalogna e la Spagna. A tal proposito il Consiglio federale si è detto disponibile a fungere da mediatore se una richiesta in tal senso arrivasse dalle due parti coinvolte. Questo sarà l’importante ruolo della Svizzera in questo periodo transitorio di anno e mezzo di costituzione della repubblica catalana».

«Un'eventuale mediazione da parte della Svizzera non può essere presa in considerazione» - La proposta cui d’Enterria fa riferimento è un’interpellanza del consigliere nazionale Reynard Mathias (PS/VS) – cofirmata da altri quattro deputati di diversi partiti – che chiede se il Consiglio federale sia «disposto a proporre i buoni uffici del nostro Paese per garantire una mediazione tra Madrid e Barcellona». La risposta dell’esecutivo, del 4 novembre scorso, non è esattamente affermativa: «Le aspirazioni indipendentiste della Catalogna sono una questione di politica interna della Spagna. Un'eventuale mediazione da parte della Svizzera non può essere presa in considerazione in questo caso, poiché un suo intervento in tal senso avviene esclusivamente su esplicita richiesta di tutte le Parti. Se uno Stato lo desidera, la Svizzera è in linea di principio disposta ad animare uno scambio sulla costruzione di uno Stato federale, sulla perequazione finanziaria e sulla democrazia diretta».

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