Cerca e trova immobili

ITALIADall'Italia alla Svezia, è festa per 19 eritrei

09.10.15 - 22:04
Sono i primi richiedenti asilo che dall'Italia verranno dislocati in altri paesi europei
Dall'Italia alla Svezia, è festa per 19 eritrei
Sono i primi richiedenti asilo che dall'Italia verranno dislocati in altri paesi europei

ROMA - Viaggia sull'asse Italia-Svezia il primo trasferimento di richiedenti asilo tra Paesi europei. È decollato alle 9.30 da Ciampino l'aereo con a bordo 19 eritrei (5 le donne) sbarcati nei giorni scorsi a Lampedusa. Destinazione Lulea, Svezia settentrionale.

Fa così il suo esordio la 'relocation', il progetto approvato da Bruxelles che in due anni porterà complessivamente 160mila profughi fuori dai Paesi che sopportano la maggiore pressione migratoria: Italia, Grecia e Ungheria. E a dare il senso della portata storica dell'evento, si sono dati appuntamento allo scalo romano il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, il commissario Ue all'Immigrazione, Dimitris Avramopoulos ed il ministro degli Esteri del Lussemburgo (presidente di turno Ue), Jean Asselborn.

"Questo aereo - ha esultato Alfano - è un simbolo di vittoria, la vittoria dell'Europa che sa essere solidale e responsabile ed è la sconfitta di quelli come Salvini che avevano puntato tutto contro l'Italia e contro l'Europa".

Nelle prossime settimane, ha aggiunto, "partiranno dall'Italia altri cento richiedenti asilo e in due anni se ne andranno più di quarantamila". Numero consistente, che va confrontato con alcuni dati: nel 2015 sono giunti in Italia circa 130mila migranti (170mila in tutto il 2014); quelli ora ospitati nelle strutture di accoglienza sono 100mila.

Bruxelles assegna 6mila euro per ogni migrante al Paese che accetta di riceverli, mentre allo Stato da cui partono (l'Italia oggi) vanno 500 euro a persona per le spese di trasferimento. L'ultima immagine degli eritrei li ritrae sorridenti sulla scaletta dell'aereo.

"Cerco serenità e pace, quelle che non avevo in Eritrea", ha detto poco prima di imbarcarsi 'Michele', 26 anni, uno dei profughi. Nel centro di Lampedusa i 19 hanno accettato di farsi identificare e sono stati selezionati per la relocation. Ma non tutti i migranti accettano le procedure di identificazione: finora nel 2105, uno su tre si è rifiutato per non restare 'prigioniero' in Italia, dato che le regole imponevano al richiedenti asilo di rimanere nel Paese di primo approdo. Tuttavia, ha sottolineato il ministro, "la quota di chi si fa identificare sta crescendo e sono sicuro che questi primi ricollocamenti incentiveranno i richiedenti asilo a farsi prendere le impronte".

ats ansa

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 
NOTIZIE PIÙ LETTE