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STATI UNITISmacco per Obama, dai ribelli filo-Usa armi ad al Qaida

26.09.15 - 21:18
Si mette in discussione la politica statunitense che prevede di armare i ribelli moderati siriani
Smacco per Obama, dai ribelli filo-Usa armi ad al Qaida
Si mette in discussione la politica statunitense che prevede di armare i ribelli moderati siriani

WASHINGTON - Uno smacco per il presidente americano Barack Obama, proprio mentre la Casa Bianca sta rivedendo la sua strategia anti-Isis in Siria e alla vigilia del possibile faccia a faccia con il leader del Cremlino Vladimir Putin al Palazzo di Vetro dell'Onu.

Un gruppo di combattenti siriani addestrati dagli Stati Uniti avrebbe ceduto almeno un quarto dei suoi equipaggiamenti militari - forniti in parte proprio dagli americani - ai militanti di al Nusra, il ramo siriano di al Qaida.

Ad ammetterlo, dopo il tentativo di liquidare le prime indiscrezioni come false e dettate dalla propaganda jihadista, lo stesso Us Central Command (Centcom), il comando che coordina la lotta all'Isis in Siria e Iraq e già nell'occhio del ciclone per il sospetto di aver 'addolcito' i rapporti degli 007, dando a Pentagono e Casa Bianca una visione più rosea della realtà sull'andamento delle operazioni.

La notizia della defezione di alcuni combattenti della New Syrian Force, responsabili del travaso di mezzi e armi ai qaedisti, conferma il sostanziale fallimento del programma da 500 milioni di dollari con cui l'amministrazione Usa ha tentato di fare dei ribelli siriani più moderati e filo occidentali una forza militare in grado di contrastare i militanti dello Stato Islamico. Del resto, lo stesso capo del Centcom, il generale Lloyd Austin, la scorsa settimana ha spiegato come solo un piccolissimo gruppo dei siriani addestrati può essere considerato veramente pronto al combattimento.

Ora - ammette sempre il Centcom - si devono contare anche almeno sei mezzi corazzati, con tanto di munizioni a bordo, ceduti volontariamente ad al Nusra da alcuni ribelli formati ed equipaggiati dagli Usa. "Se tali fatti saranno accertati, si tratterebbe di una violazione degli accordi sul programma di addestramento", ha tuonato il portavoce del Centcom Patrick Ryder, spiegando come i militari americani "stanno usando tutti i mezzi a disposizione" per capire cosa sia realmente accaduto.

Ma l'ira del Pentagono, nonché della Casa Bianca, è enorme. Anche perché il grave episodio mette in discussione la svolta a cui sta lavorando l'amministrazione Obama: quella che prevede di armare i ribelli moderati siriani, concentrando però l'attenzione non su un vasto numero di uomini, ma su piccoli gruppi super addestrati in grado di preparare il campo ai raid aerei della coalizione anti-Isis guidata dagli Usa. E in grado anche di aiutare i combattenti curdi nell'offensiva tesa a isolare la città siriana di Raqqa, considerata la principale roccaforte e capitale dello Stato islamico.

L'irritazione di Obama, poi, è acuita dal fatto che molto probabilmente lunedì il presidente americano incontrerà al Palazzo di Vetro dell'Onu a New York il leader del Cremlino, proprio per discutere la situazione in Siria e i rischi della recente presenza militare russa nel Paese. E le notizie di oggi non possono che creare imbarazzo per l'inquilino della Casa Bianca. Anche perché i militanti di al Nusra, a cui sono finiti gli equipaggiamenti americani, insieme ad altri ribelli non combattono l'Isis, ma portano avanti una guerra a parte contro il regime di Bashar al Assad, finora appoggiato da Mosca.

ats

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