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GRECIADomani è il primo giorno della nuova Grecia

19.07.15 - 18:40
Riaprono le banche, sale l'Iva, il nuovo governo senza l'ala radicale di Syriza si mette al lavoro
Domani è il primo giorno della nuova Grecia
Riaprono le banche, sale l'Iva, il nuovo governo senza l'ala radicale di Syriza si mette al lavoro

ATENE - Banche riaperte anche se con seri limiti al ritiro dei contanti, 420 euro a settimana. Iva rialzata dal 13 al 23% per una serie di prodotti, anche alimentari. Nuovo governo senza i dissidenti di Syriza, il partito della sinistra radicale del premier Alexis Tsipras. Prestito ponte da 7 miliardi di euro per evitare il default, in attesa - mercoledì - delle nuove severe misure per ridurre il costo delle pensioni.

Prende forma domani la nuova Grecia scaturita dall'Agreekmnent, l'accordo raggiunto con grande fatica a Bruxelles il 14 luglio dall'Eurosummit, con finanziamenti per 86 miliardi di euro in tre anni cambio di una serie di misure di austerità e di ristrutturazione dell'economia, a pezzi dopo 5 mesi di scontri tra Atene e la capitali dell'Eurozona.

Ma la settimana si apre con la Borsa che resta ancora chiusa, con numerose incertezze, e ancora il timore che la 'macchina' non sarà in grado di ripartire come previsto. Il tetto dei 420 euro settimanali che i greci potranno ritirare in banca non è sostanzialmente diverso rispetto ai 60 euro quotidiani autorizzati in queste tre settimane di chiusura delle banche, che sarebbero complessivamente costate all'economia del paese circa 3 miliardi di euro.

Si tratta comunque di un ritorno alla normalità in quanto si potrà pagare con gli assegni e avere accesso alle cassette di sicurezza. Rimangono bloccati invece i bonifici internazionali.

Si teme una certa confusione sui cartellini dei prezzi, anche perché i commercianti hanno avuto poco tempo per adeguarsi. Gli aumenti riguardano sia generi alimentari come pasta, zucchero e cacao, sia prodotti di consumo (anche i preservativi), che servizi, come quelli funerari.

Alcune decisioni prese dal governo Tsipras sono a prima vista difficili da capire. Per esempio sale l'Iva sull'olio di semi, ma non l'olio d'oliva: probabilmente perché se ne vende di più, sarebbe quindi un escamotage per non aumentare di fatto l'Iva su un prodotto di largo consumo. Lo stesso vale per i formaggi. Restano al 13%, ma non quelli grattugiati che passano al 23%. Ma nessuno grattugia la feta, il formaggio nazionale.

Il prestito ponte, poi, di oltre 7 miliardi di euro. Permetterà di evitare il temuto default, in quanto garantisce il rimborso di circa 3,5 miliardi alla Banca Centrale europea, in scadenza domani, e di una somma equivalente dovuta al Fondo Monetario Internazionale e non ancora rimborsata.

Per il governo Tsipras, dal quale sono scomparsi, con i rimpasti di queste ore, i radicali Yanis Varoufakis e Panagiotis Lafazanis, si annunciano comunque settimane difficili, in attesa delle nuove elezioni politiche che dovrebbero svolgersi in autunno, secondo gli osservatori locali.

La popolarità di Syriza rimane molto alta e gli ultimi sondaggi danno al partito oltre al 40%, il che significherebbe la maggioranza assoluta. Ma nessuno è in grado di valutare oggi quale sarà la situazione in autunno dopo settimane di austerità preceduta da mesi di crisi e una bancarotta sfiorata.

E poi ci sono i neo dissidenti. In una intervista al Fatto Quotidiano, Varoufakis non esclude un suo ritorno, ricordando che "ci sono 140mila persone che hanno votato per me, penso di essere il parlamentare più votato di tutta la Grecia nelle ultime elezioni. Glielo devo, resterò qui, devo combattere per la causa greca e per il 61,5% che ha votato no al referendum" organizzato da Tsipras per ottenere un appoggio popolare contro l'austerità di Bruxelles, prima dell'Agreekment.

C'è intanto chi continua a non escludere una Grexit, come il commentatore del Financial Times Wolfgang Munchau, che prospetta addirittura il rischio di una guerra civile se le cose andranno male. Di Grexit è tornato a parlare anche Kathimerini, secondo cui la Commissione europea aveva preparato un lungo rapporto segreto sulla gestione di una eventuale uscita dall'Eurozona della Grecia. Senza escludere, a termine, un abbandono dell'area Schengen di libera circolazione delle persone e addirittura della stessa Unione europea.

E mentre il vicecancelliere tedesco e ministro dell'economia Sigmar Gabriel (Spd) critica il ministro delle finanze Wolfgnag Schaeuble per aver proposto al governo di Atene l'uscita dall'euro, la cancelliera Angela Merkel torna oggi a ribadire il No di Berlino ad un taglio del debito greco. Un 'haircut' "classico", nell'ordine del "30-40%" non può "avvenire all'interno dell'unione monetaria", ha spiegato la Merkel parlando all'emittente ARD. La cancelliera ha però indicato altre strade già seguite in passato, come tassi d'interesse più favorevoli, dilazioni nei pagamenti e altre misure di sollievo.

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