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UNIONE EUROPEABruxelles "sdogana" le stanze di consumo controllato

05.06.15 - 16:16
L'Agenzia europea delle droghe fa chiarezza su uno dei temi più controversi del dibattito sulle dipendenze
Bruxelles "sdogana" le stanze di consumo controllato
L'Agenzia europea delle droghe fa chiarezza su uno dei temi più controversi del dibattito sulle dipendenze

BRUXELLES - Le stanze di consumo controllato, cioè locali pubblici dove si può consumare droga in un ambiente igienico e protetto, sapendo che magari in caso di necessità c'è un medico o un infermiere a portata di mano, non sono un luogo pericoloso e oscuro ma al contrario possono portare benefici: per la salute della persona che si droga, per avvicinare queste persone alla cura, per rendere più sicuro il quartiere e la città.

Per la prima volta, un'analisi dell'Agenzia europea delle droghe fa chiarezza su uno dei temi più controversi del dibattito sulle dipendenze e il consumo di sostanze stupefacenti.

Polemica sulle "stanze del buco" - Anni fa, esplose la polemica su quelle che vennero all'epoca ribattezzate "stanze del buco" e che oggi, più correttamente, l'Osservatorio di Lisbona chiama "stanze di consumo controllato". Anche perché, laddove queste esperienze già esistono, non vengono utilizzate solo da chi si droga per via parenterale (iniezione) ma anche per chi le sostanze le fuma o le inala.

Attualmente sono 74 in Europa le strutture di questo tipo, e operano in sei Paesi: Danimarca, Germania, Spagna, Lussemburgo, Paesi Bassi e Norvegia, mentre la Francia ha recentemente approvato una sperimentazione di questo tipo. Altri 12 locali a consumo controllato sono stati aperti e funzionano in Svizzera. Fuori dall'Europa ce ne sono a Sydney (Australia) e a Vancouver (Canada).

Spesso sono stati espressi timori sul fatto che queste strutture possano incoraggiare il consumo di droga, ritardare l'approccio alla cura o aggravare i problemi derivanti dal traffico locale di sostanze stupefacenti. Ma, sulla base dell'esperienza acquisita, l'analisi dell'Agenzia europea arriva alla conclusione che questi 'locali' riescono a raggiungere i consumatori che non vogliono o non sono pronti a smettere, migliorano le condizioni igieniche e di sicurezza dei consumatori e comportano benefici per la salute e l'ordine pubblico.

Inoltre, non ritardano ma anzi facilitano l'accesso alle cure e non provocano un aumento della criminalità locale legata alla droga. Non c'è alcuna evidenza, infine, che l'introduzione di queste stanze incrementi il consumo di droga.

Il documento - Il focus sulle stanze di consumo fa parte della Relazione sulla droga presentata ieri a Lisbona dall'Agenzia europea, che raccoglie e mette a confronto i dati relativi al 2013 dei 28 Stati membri più Turchia (Paese candidato) e Norvegia.

Dal report emerge che un europeo su quattro ha provato una droga illecita nel corso della vita: oltre 80 milioni di adulti. La cannabis resta al top dei consumi con l'1% degli adulti che ne fa uso quotidiano o quasi e aumenta il numero di persone che fanno ricorso alle cure per problemi legati a questa sostanza.

Ancora: l'80% dei sequestri di droga riguarda la cannabis, mentre il suo consumo o possesso per uso personale sono all'origine di più del 60% di tutte le segnalazioni di reati contro le leggi sulle sostanze stupefacenti nell'UE. Inoltre aumenta la produzione nei Paesi europei di marijuana (le foglie) e il sequestro della stessa. In questo ambito l'Italia è al primo posto tra i 28. Dati che fanno dire al sottosegretario agli esteri, Benedetto Della Vedova, promotore dell'intergruppo parlamentare per la legalizzazione della cannabis, che la relazione dell'UE è "la conferma, per l'ennesima volta, che la proibizione legale non rappresenta un freno, ma un potentissimo incentivo alla diffusione delle droghe proibite".

Allarme sulle nuove droghe - Infine, da Lisbona è stato lanciato un allarme: quello sulle nuove droghe. Nel 2014 in Europa ne sono state segnalate 101. Il commissario europeo Dimitris Avramopoulos ha denunciato oggi come Internet stia diventando una nuova fonte di approvvigionamento. "Attendo con impazienza l'imminente legislazione dell'UE in materia, al momento in discussione, che rafforzerà ulteriormente le nostre risposte e ci doterà di strumenti migliori per affrontare queste sostanze in modo più rapido ed efficace".

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