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Che fine farà il bambino trovato nella valigia? La vicenda del piccolo subsahariano smascherato dai controlli effettuati con i raggi x
MADRID - Abou Ouattara è ospite di un centro per minorenni di Ceuta, città spagnola in territorio marocchino, da quasi due settimane.
Il caso del bambino sub-sahariano di 8 anni, smascherato dai controlli effettuati con i raggi x, ha fatto il giro del mondo. La sagoma all'interno della valigia ha lasciato i doganieri senza fiato.
Lucie Ouattara ha potuto rivedere suo figlio lunedì soltanto dopo la certezza del test del DNA, che non ha lasciato dubbi sulla sua maternità. "Ha corso verso di me e ci siamo abbracciati", ha raccontato la madre ai media spagnoli. Spera che l'incubo vissuto dalla sua famiglia sarà presto soltanto un ricordo. Ali, il padre di Abou è in stato di fermo in quanto accusato di tratta di esseri umani. Secondo la polizia spagnola, il 42enne ivoriano avrebbe pagato una organizzazione criminale per portare Abou in Spagna.
L'avvocato della famiglia, Juan Isidro Fernandez, illustra un'altra verità. Come riferisce "La Vanguardia", Ali, che vive nelle Canarie ed è in possesso di un regolare permesso di soggiorno ed è insegnante di francese, voleva soltanto riunire tutta la sua famiglia.
La legge non lo consente. In Spagna Ali è riuscito a portare in Spagna la moglie e una figlia. I 1.250 euro al mese che l'insegnante porta a casa bastano soltanto per loro. Per poter riavere anche Abou, il padre dovrebbe guadagnare almeno 1.331 euro al mese. Ed è proprio per quegli 81 euro mancanti che, l'ottobre scorso, le autorità spagnole hanno negato il ricongiungimento familiare.
Il bambino, come ha raccontato l'avvocato Fernandez, soffre di malaria e fino a quando il caso non sarà risolto, dovrà restare in un centro di accoglienza.
