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ITALIAExpo 2015: a 7 giorni dall'apertura molte luci, e qualche ombra

07.05.15 - 21:57
Alcuni padiglioni sono in ritardo, come quello del Nepal. Per ovvi motivi
Expo 2015: a 7 giorni dall'apertura molte luci, e qualche ombra
Alcuni padiglioni sono in ritardo, come quello del Nepal. Per ovvi motivi

MILANO - A una settimana dall'apertura ufficiale, il bilancio di Expo si chiude con molte luci, in alcuni casi addirittura più luminose di quanto gli organizzatori potessero attendersi, e qualche ombra, dovuta ai lavori ancora in corso per terminare alcuni spazi.

"Il dato positivo - dicono a Expo - è certamente la grande affluenza. Decisamente superiore alle attese". Nei primi due soli giorni - anche se i numeri non sono confermati ufficialmente - le persone che hanno visitato il sito sono state quasi mezzo milione; a una settimana dall'evento "la stima è ulteriormente aumentata, ma numeri preferiamo non farne".

Moltissime le scolaresche: i soli biglietti venduti superano quota 20 mila, senza tener conto dei tanti tour operator. "Le promesse sono incoraggianti. Considerando i biglietti prenotati possiamo dire che ne attendiamo almeno due milioni". Quasi la totalità dei padiglioni sono aperti e funzionanti, l'atmosfera è generalmente di euforia e non si registrano episodi negativi. Fin qui le note positive.

Quelle negative, invece, riguardano alcuni padiglioni ancora incompleti. Pochi, ma ci sono. C'è quello del Nepal, in ritardo per ovvie ragioni: gli operai lavorano incessantemente sotto gli occhi dei visitatori. Ci sono quelli dei Paesi più poveri: Sudan, Gabon, Costa d'Avorio, Cuba. In quello del Sudan manca ancora il previsto ristorante, mentre nel cluster del cacao, dove si trovano Camerun, Costa D'Avorio e Gabon, gli spazi sono ancora inaccessibili ai visitatori.

Nel cluster del caffè una guida mostra il processo produttivo del caffè agli studenti attraverso un video multimediale. Gli allestimenti sono quasi terminati ma resta ancora chiuso lo spazio dello Yemen. Aprirà - dicono - tra domani e dopodomani. Da Burundi ed Etiopia i prodotti non sono mai partiti verso Milano, mentre quelli della Tanzania sono bloccati da giorni in dogana.

"Il mancato arrivo degli arredi dai luoghi di origine - fanno sapere all'Expo - riguarda alcuni dei Paesi più poveri o lontani. Bisogna considerare le loro difficoltà logistiche". Resta lontana l'apertura del cluster del Biomediterraneo. La struttura non è in sicurezza qualora piovesse, e i prodotti di alcuni Paesi (Malta, Grecia e Montenegro) non sono ancora arrivati e gli stand sono semi vuoti. La mancata apertura di alcuni spazi non è l'unica criticità. Anche la segnaletica e la fruibilità di alcuni spazi in molti casi vengono giudicate insufficienti.

 

 
 

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