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REPUBBLICA CECA"Liberland sarà come la Svizzera"

24.04.15 - 06:34
Intervista al presidente del neonato Stato europeo: "Spero che il popolo elvetico resista e rimanga fuori dall'Ue il più a lungo possibile"
"Liberland sarà come la Svizzera"
Intervista al presidente del neonato Stato europeo: "Spero che il popolo elvetico resista e rimanga fuori dall'Ue il più a lungo possibile"

PRAGA - Liberland, una vera e propria micronazione, è stata proclamata il 13 aprile scorso dal 31enne politico ceco Vít Jedlička su terra non reclamata e disabitata fra Serbia e Croazia. Il motto è "Vivi e lascia vivere" e il progetto – che il neo presidente assicura essere serio – rappresenta una fuga "dall'inferno fiscale globale che sta diventando il mondo".

Signor Jedlička, siete in cerca di abitanti. Avete già ricevuto richieste di naturalizzazione dalla Svizzera?

Finora ne abbiamo ricevute circa 200. Onestamente, però, gli svizzeri non avranno grandi motivi per trasferirsi a Liberland perché il nostro Paese sarà plasmato sul modello elvetico. L’unica ragione per farlo sarebbero le tasse, che a Liberland saranno volontarie mentre da voi sono obbligatorie.

Tasse volontarie. Un concetto interessante. Ma se nessuno pagasse?

Penso che avremo il problema contrario: la gente non vedrà l’ora di avere un governo del genere e pagherà molto più volentieri che non se fosse obbligata sotto minaccia della prigione. Funziona così anche nella vita privata: se provi a forzare qualcuno a fare qualcosa per te normalmente finirà per non farla, se glielo chiedi gentilmente, invece, hai molte più probabilità che accetti di collaborare con entusiasmo.

Cosa vi piace del modello elvetico?

Apprezziamo il concetto del referendum, che permette al Popolo di cancellare delle norme che lo colpiscono negativamente. Ci piacciono altresì le norme svizzere che regolano il bilancio dello Stato e che non permettono di creare deficit. Per quanto riguarda la limitazione dei poteri dello Stato, però, siamo andati molto oltre il modello elvetico. Stabiliremo un nuovo standard internazionale. Può sembrare ambizioso, ma lo stiamo facendo.

Cos’è il vostro progetto? Una trovata pubblicitaria per il vostro partito (Dei Cittadini Liberi, ndr)? Uno spunto di riflessione? Qualcuno vivrà mai a Liberland?

È un progetto molto ambizioso, per ora sviluppato da un piccolo team di 7-15 persone. Non credo che nessuno abbia mai provato a fare una cosa così nella maniera in cui la stiamo facendo noi. Abbiamo la legge internazionale dalla nostra parte e siamo determinati a fondare un insediamento a Liberland. Nelle prossime settimane tutti quelli che ci accusano di non fare sul serio si renderanno conto che facciamo sul serio e come.

Perché fondare un nuovo Stato? Nell’Unione europea o nella Repubblica Ceca, dove vive, non c’è spazio per realizzare le vostre idee politiche?

Lo Stato sta crescendo sempre più aumentando la propria ingerenza in tutto. Nella Repubblica Ceca, per esempio, ci sono nuove tasse e nuove norme praticamente ogni giorno. Siccome ci siamo resi conto che non avremmo potuto fermare questo processo attraverso i canali politici regolari abbiamo deciso che avevamo bisogno di un nuovo Paese, un nuovo paradiso fiscale come Monaco o il Liechtenstein, ma con idee politiche nuove che non esistono nemmeno lì.

I cosiddetti paradisi fiscali, tuttavia, non sono esattamente amati a livello internazionale di questi tempi. La Svizzera stessa ha dovuto concludere accordi contrari al principio del segreto bancario. In questo quadro come può pensare di crearne uno?

Io non voglio vivere nell’inferno fiscale globale in cui si sta trasformando il mondo. L’Unione europea è parte di questo progetto di controllo totale. Noi ci prefiggiamo di mostrare che le cose possono essere fatte in un altro modo. Spero d’altronde che il Popolo svizzero sia capace di resistere a questa pressione internazionale, riesca a rimanere fuori dall’Unione europea il più a lungo possibile e possa negoziare con essa accordi migliori di quelli che ha adesso.

Il suo partito nella Repubblica Ceca non crede nel principio della ridistribuzione della ricchezza. Bisognerà essere ricchi, quindi, per vivere a Liberland? Non ci sarà spazio per chi è in difficoltà?

Se in un Paese c’è benessere, le persone tendono a fare molta più beneficenza e quindi non c’è bisogno dello Stato per sostenere chi fa fatica. Nei Paesi ricchi, del resto, la povertà è limitata e anche chi è indigente sta meglio che altrove.

In Paesi ricchi come gli Stati Uniti o la Svizzera la povertà esiste, però, e le associazioni caritatevoli non bastano.

Il problema, negli Stati Uniti, per esempio, dove ora ci sono molte persone povere, è che lo Stato si prende in tasse il 38% di quello che la gente produce e la gente è quindi meno disponibile a fare beneficenza.

Liberland ha un territorio piuttosto piccolo (ca. 7 km²). Ci sarà posto per tutti?

Siamo due volte più grandi del Principato di Monaco e lì vivono circa 30mila persone. Per il momento, però, questo non è un problema per noi. In ogni caso avremo l’ufficio immigrazione più affollato del mondo.

Che appello fa agli aspiranti cittadini di Liberland?

Si tratta di un’avventura epocale. Stiamo fondando un nuovo Paese. Abbiamo bisogno di persone folli come noi che sappiano dare una chance a questa idea. Se siete una di loro registratevi sul nostro sito e sosteneteci come potete.

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