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UNIONE EUROPEA / CANTONENaufragi nel Mediterraneo: “Si è perso il principio di umanità”

21.04.15 - 06:00
Per Chiara Orelli, direttrice di SOS Ticino, le vittime del mare meriterebbero più empatia. Sui salvataggi: “Naturalmente bisogna ripristinare operazioni come Mare Nostrum”
Naufragi nel Mediterraneo: “Si è perso il principio di umanità”
Per Chiara Orelli, direttrice di SOS Ticino, le vittime del mare meriterebbero più empatia. Sui salvataggi: “Naturalmente bisogna ripristinare operazioni come Mare Nostrum”

LUGANO - Per Chiara Orelli, direttrice di SOS Ticino, le vittime del mare meriterebbero più empatia.

Signora Orelli, cosa prova nel vedere quello che accade nel Mediterraneo?

Di fronte a tragedie spaventose come quella avvenuta domenica e a quelle che si preannunciano se non mutano le condizioni, la reazione non può essere che di sconcerto e, sul piano mio personale, di grande sofferenza. Le vittime, del resto, sono persone cui non viene data nemmeno la dignità di un nome, di una storia. Sono vite che non hanno il diritto di essere definite tali. “Vite senza lutto”: chi le vive avverte che la propria scomparsa non sarà accompagnata da lutto. La conclusione tragica di un percorso esistenziale terribile.

Come dovrebbe reagire, secondo lei, la politica internazionale?

Sì naturalmente al ripristino di operazioni di salvataggio nel Mediterraneo come Mare Nostrum. Sì ai corridoi umanitari. Sì a una presa di coscienza che questo fenomeno migratorio è un movimento epocale che non si risolve girando la faccia dall’altra parte. Inoltre, ci vuole sì una risposta della politica, ma è urgente anche un risveglio delle coscienze: si è perso di vista il principio profondo di umanità. Il diritto all’esistenza è un diritto di ognuno di noi.

Cosa risponderebbe a chi obietta che l’esistenza di un dispositivo di salvataggio favorisce un aumento dei flussi migratori?

Sono obiezioni che hanno poco fondamento: la realtà dei fatti ci dimostra che l’assenza di operazioni di salvataggio di questo tipo non è un deterrente per chi decide di partire. Chi lo fa è mosso, infatti, da necessità primarie, di sopravvivenza.

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