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CUBAL'Avana si sveglia con la speranza di una "love story" con Washington

11.04.15 - 20:51
I sentimenti dei cubani sull'incontro storico a Panama tra Barack Obama e Raul Castro
L'Avana si sveglia con la speranza di una "love story" con Washington
I sentimenti dei cubani sull'incontro storico a Panama tra Barack Obama e Raul Castro

WASHINGTON - Sono tanti i sentimenti con i quali i cubani seguono questa 'due giorni' storica a Panama tra Barack Obama e Raul Castro. A dominare c'è comunque la speranza che la nuova 'love story' con il nemico di una volta si traduca in un maggior benessere, all'Avana e dappertutto nell'isola comunista dei Caraibi.

Stamani, lungo gli otto km del bellissimo Malecon 'habanero' e nel centro della città i commenti erano un po' quelli delle ultime settimane, dopo la svolta con 'los americanos' annunciata a dicembre.

C'era stupore e un pizzico di incredulità, ma anche una montagna di aspettative dei tanti cubani che faticano a sbarcare il lunario e che guardano a Washington come la porta verso un miglioramento economico. Oppure, per una vita più 'moderna', a cominciare dal fronte internet o dal sogno di una nuova auto che sostituisca le vecchie Cadillac e Chevrolet.

"I vincoli con gli Usa sono molto stretti: le mie due zie per esempio vivono lì insieme ai loro figli. Siamo una famiglia molto unita, non potevamo andare avanti litigando tutta la vita con gli americani", afferma per esempio Margarita, una giovane studentessa, senza nascondere la propria "sorpresa" per il flusso ininterrotto di notizie piovute in queste ore sull'isola da Panama.

Anche altri ragazzi dell'Avana hanno seguito passo passo il vertice. "Tutti sappiamo che il disgelo è partito quattro mesi fa, ma devo dire la verità, vedere tanti presidenti del continente che spingono per la riconciliazione con gli Stati Uniti mi ha colpito", ha precisato a sua volta Juan, un impiegato.

Sia la tv sia Granma, il giornale del Pc, come anche il portale Cubadebate hanno dato aggiornamenti sul summit, soprattutto sulle dichiarazioni di Raul Castro. Il Granma si è riferito soprattutto a uno dei temi chiave del dialogo, e cioè al ristabilimento dei rapporti diplomatici. Dopo il lungo discorso di stamani di Raul alla plenaria, Cubadebate ha da parte sua ricordato che Washington "continua ad applicare l'embargo in tutta la sua intensità".

Da Cuba alla Florida, di fatto una 'seconda' Cuba, visto l'enorme comunità di 'cubanos-americanos' residenti: circa 1,8 milioni di persone che vivono negli Usa, dei quali 1,2 milioni appunto in Florida. A Miami, dove per le strade della 'downtown' è normale sentire parlare spagnolo, il clima è diverso che all'Avana: non c'è più una significativa opposizione inflessibile contro le aperture di Washington, ma rimane uno scetticismo di fondo, e in qualche caso anche molto pessimismo.

A parlare un po' per tutti è il quotidiano di Miami Nuevo Herald. "I governi democratici non dovrebbero dimenticare le consuetudini repressive del regime, che non sono scomparse", afferma il giornale, che poi precisa: "l'unica società civile riconosciuta dai Castro sono i militanti del potere, non la dissidenza". E un altro media delle Florida, il "Diario de las Americas" è ancora più duro: "la svolta di Obama è stata fatta in segreto, senza avere alcun appoggio e di fatto attraverso i decreti".

ats ansa

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