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Il bilancio fu di oltre 230mila vittime, numerose le cerimonie commemorative. I morti elvetici furono 113
JAKARTA - Una scossa di terremoto tremenda, di magnitudo 9.3, la più potente registrata al mondo negli ultimi 55 anni, che solleva un'onda di una quindicina di metri che si abbatte sulla terraferma 30 minuti dopo, e causa una catastrofe.
Sono passati 10 anni dallo tsunami che travolse numerose località indonesiane, ma il ricordo della tragedia è ancora ben vivo in chi si trovava in quei giorni nelle città, nei villaggi o sulle spiagge delle località turistiche.
Il bilancio finale è da brividi: oltre 230mila morti, interi centri abitati distrutti dal sisma e poi spazzati via dall'acqua, navi di svariate tonnellate trascinate fin nell'entroterra. A dieci anni esatti dalla sciagura, si celebra il ricordo delle vittime. L'Indonesia, con i suoi 131mila morti ufficiali, fu il Paese più toccato, ma numerose vittime si registrarono anche in Sri Lanka, India e Thailandia.
La forte delle onde fu tale che lo tsunami toccò addirittura le coste dell'Africa, e anche qui morirono alcune centinaia di persone. 14 furono in totale le nazioni interessate dal cataclisma.
Insieme al ricordo, la preghiera. Religiosi musulmani, sopravvissuti e soccorritori hanno pregato in un mega-raduno nella provincia di Aceh, vicina all'epicentro del sisma che provocò lo tsunami. Altre cerimonie sono previste in mattinata anche in Thailandia e Sri Lanka, dove i sopravvissuti e i parenti dei morti sono saliti a bordo del treno Ocean Queen Express, oggi restaurato, che venne travolto dalle onde a sud della capitale Colombo: 1.700 le vittime.
In molti hanno deposto corone di fiori sulla spiaggia di Khao Lak, in Thailandia, dove le vittime furono centinaia, tra loro tanti turisti stranieri (113 cittadini elvetici). Presente anche l'ambasciatrice svizzera in Thailandia, Christine Schraner Burgener.
