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GERMANIA25 anni dalla caduta del Muro: una giornata da ricordare con le immagini

10.11.14 - 00:13
L'anniversario è stato una festa per la gente che con gesti simbolici più o meno grandi ha lanciato un messaggio al Mondo
25 anni dalla caduta del Muro: una giornata da ricordare con le immagini
L'anniversario è stato una festa per la gente che con gesti simbolici più o meno grandi ha lanciato un messaggio al Mondo

BERLINO - I pensieri dei potenti si sono susseguiti nella domenica che ha celebrato i 25 anni dalla caduta del Muro di Berlino. Ma questa giornata commemorativa è stata una festa per la gente. La città si è riempita di berlinesi, di tedeschi, e non solo, che sono stati capaci di rendere colorato, animato e speciale, ognuno a suo modo, il ricordo, con uno sguardo al futuro.

Uno squillo di tromba - come quello che secondo la Bibbia fece crollare il muro di Gerico - ha dato inizio alle celebrazioni. L’anniversario è stato costellato da cerimonie, spettacoli, concerti e gesti, grandi e piccoli. Un messaggio di speranza è stato lanciato in Germania, in Eurora e nel Mondo intero da tutti i presenti. Un’apertura delle barriere, come le transenne spostate simbolicamente dalla cancelliera Angela Merkel dopo la cerimonia delle rose. Poste, queste ultime, nel tratto di Muro ancora presente, nella Berneuer Strasse.

Negli occhi di tutti rimarranno gli ottomila palloncini illuminati che in questi giorni hanno riproposto il percorso del vecchio Muro sui 15 chilometri che durante la Guerra Fredda dividevano la città. Hanno preso il volo fra le migliaia di persone che si sono unite nell’ascolto dell’Inno alla gioia, della nona sinfonia di Beethoven.

Il Muro - Per ventotto anni il Muro di Berlino è stato il simbolo della divisione di un Paese e, soprattutto, dell'incomunicabilità e contrapposizione totale di due sistemi ideologici ed economici, quelli comunista e capitalista. Ma la barriera di filo spinato di oltre 150 chilometri tirata su in una notte, il 13 agosto del 1961, per separare Berlino ovest da Berlino est e dal resto della Repubblica democratica (DDR), poi diventata un muro in mattoni e cemento sempre più alto e invalicabile, è stata soprattutto una ferita inflitta nella carne di chi in quella città ha vissuto. E magari ha trovato la morte nel tentativo di fuggire da uno Stato sempre più repressivo.

Prima di cadere, il 9 novembre del 1989, il Muro di Berlino ha fatto almeno 138 morti, la maggior parte dei quali sono stati uccisi dalle guardie di confine nei primi cinque anni trascorsi dalla sua costruzione. La prima vittima ha perso la vita nella Bernauer Strasse, nel tentativo finito male di saltare dal balcone verso l'ovest, il 22 agosto del 1961. In quei primi giorni di caos, chi poteva provava ancora in ogni modo a lasciare quella che stava prendendo la forma di una prigione a cielo aperto, "venduta" dal regime comunista come il "vallo di difesa antifascista".

I primi colpi mortali sono stati sparati due giorni dopo, il 24 agosto, contro Guenter Litfin, mentre tentava di attraversare a nuoto la Sprea, il fiume di Berlino. L'ultima persona uccisa è stato un ragazzo di vent'anni, Chris Gueffroy, contro cui le guardie di confine hanno sparato il 5 febbraio del 1989 durante un tentativo di superare il confine a Neukoelln. Mentre l'ultima vittima, Winfried Freudenberg, è morta l'8 marzo cadendo dal cielo poco dopo aver superato il Muro con un pallone aerostatico fatto in casa, nel quartiere occidentale di Zehlendorf.

Durante la sua famigerata storia, il Muro - che si estendeva in varie forme lungo i 155 chilometri di confine con Berlino Ovest, 43 dei quali attraversavano la città - ha subito diverse trasformazioni. Dal filo spinato si è passati velocemente ai mattoni, poi al cemento, con evoluzioni nel 1962 e 1965. Si giunge a una doppia barriera composta da due muri, separati dalla cosiddetta striscia della morte - che alla fine del 1989 aveva dimensioni tra i 15 e i 150 metri -, pattugliata costantemente da soldati e cani addestrati e sorvegliata da oltre 300 torri di sorveglianza. Dal 1975, 42 chilometri di Muro vengono sostituiti con elementi prefabbricati alti 3,60 metri dal peso di 2,75 tonnellate, sovrastati da cilindri in cemento. In quegli anni i punti di passaggio tra est e ovest, sorvegliatissimi, erano otto. Il più famoso dei quali era ed è tutt'oggi il Checkpoint-Charlie, il passaggio con il settore statunitense, dove nel 1961 è andato in scena un duro confronto, con carri armati statunitensi e sovietici schierati gli uni di fronte agli altri.

Nonostante i controlli, le morti, gli omicidi e gli oltre 10mila soldati impegnati negli anni nella sorveglianza, più di 5mila persone riuscirono a fuggire dalla DDR raggiungendo Berlino ovest.

red/ats ans

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