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UNGHERIA - CORRISPONDENZENel giorno della memoria, la statua della discordia spacca l'Ungheria

27.01.14 - 18:55
Una statua raffigurante l’aquila imperiale tedesca e l’arcangelo Gabriele che si vuole erigere a Budapest ha fatto gridare allo scandalo. Nel paese in aumento gli episodi di violenza contro gli ebrei e i loro simboli
Foto web
Nel giorno della memoria, la statua della discordia spacca l'Ungheria
Una statua raffigurante l’aquila imperiale tedesca e l’arcangelo Gabriele che si vuole erigere a Budapest ha fatto gridare allo scandalo. Nel paese in aumento gli episodi di violenza contro gli ebrei e i loro simboli

BUDAPEST - Il 27 gennaio, oggi, è il Giorno della Memoria e quest’anno ricorre il sessantanovesimo anniversario dalla liberazione dei prigionieri di Auschwitz-Birkenau. In Ungheria, tutto il 2014 marcherà un anniversario importante: i settant’anni dall’invasione tedesca durante la Seconda Guerra Mondiale. Per questo motivo il 2014 è stato dichiarato anno commemorativo dell’Olocausto. Qualche giorno fa, il Primo Ministro Viktor Orbán ha annunciato di voler erigere nel bel mezzo di Szabadság tér – la Piazza della libertà – una statua raffigurante l’aquila imperiale tedesca e l’arcangelo Gabriele. Ed immediatamente è scoppiata la polemica.

Ma facciamo un passo indietro. Era il 19 marzo del 1944 quando le truppe tedesche invadevano il Paese velocizzando, tra le altre cose, la deportazione di massa di ebrei e slavi verso alcuni dei più tristemente noti campi di concentramento. Dico velocizzando perché sembra infatti che il Governo al potere all’epoca non fosse così neutrale come alcuni vogliono far credere. Dei personaggi più ambigui di allora, spicca la figura del Churchill ungherese, Miklós Horthy, personaggio che da sempre ha diviso il Paese. Da una parte i nazionalisti ungheresi lo considerano un eroe nazionale per aver recuperato parte del territorio perso dopo il primo conflitto mondiale. Dall’altra la comunità ebraica lo accusa di aver iniziato una purga razziale degna di un ufficiale nazista. Proprio qualche mese fa è stato esposto in una chiesa di Budapest un busto di Horthy e già in quell’occasione non sono mancate le critiche al Governo (di destra) attualmente al potere in Ungheria. Quando poi, il 17 gennaio scorso, è stata resa pubblica la notizia riguardante la nuova statua commemorativa dell’invasione nazista, i toni si sono decisamente alzati.

 

Un pacifico arcangelo Gabriele – simbolo dell’Ungheria – viene sovrastato da una minacciosa aquila imperiale, emblema della Germania nazista. Le critiche al Primo Ministro Viktor Orbán arrivano un po’ da tutte le parti, e la sensazione è che la statua non abbia molto senso d’esistere. Sono comunque soprattutto la sinistra e la comunità ebraica coloro che peggio hanno preso la notizia. Il pericolo, a detta di quest’ultimi, è che il nuovo monumento si converta in un luogo di culto per i fanatici di estrema destra – tra l’altro sempre più numerosi – e il messaggio da parte del Governo sembra essere apertamente antisemita. Un’altra pesante critica rivolta al Governo è di voler, in un qualche modo, liberarsi di un peso. L’arcangelo, come l’Ungheria dell’epoca, è indifeso e completamente in balia del nemico. Una volta invasa, la nazione si liberò della colpa di tutto quello che successe all’interno dei suoi confini. In un’infuocata lettera pubblicata solo qualche giorno fa su un noto social network, Krisztian Ungvary, un riconosciuto storico ungherese ha ricordato che l’Ungheria non fu assolutamente una vittima sacrificale, bensì contribuì tristemente allo sterminio ebreo durante la guerra. Erano infatti già più di cento le leggi antisemite in vigore prima dell’invasione del marzo del 1944. Un altro importante storico ungherese di origine ebraica ha appena rimandato al mittente un importante riconoscimento, accusando il Governo di voler stravolgere la storia.

 

Da qualche tempo in Ungheria si sta vivendo un aumento di episodi di violenza contro gli ebrei e i loro simboli. L’inaugurazione del busto dell’ex Primo Ministro Horty del novembre scorso non ha certo aiutato a calmare gli animi e a tranquillizzare i gruppi di sinistra e la grande comunità ebraica ungherese. Ora mancano ormai meno di due mesi al 19 marzo, giorno esatto dell’invasione nazista, e staremo a vedere cosa succederà dopo che la nuova discussa statua prenderà il suo posto in mezzo alla piazza della Liberta, proprio di fronte al monumento ai Soldati Sovietici. Il dibattito è appena iniziato, c’è ancora tempo per discutere. La sensazione, comunque, è che la statua della discordia faccia ombra e nasconda un problema molto più serio. Una volta di più, sembra che la storia non ci abbia insegnato nulla.

 

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