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NEW YORKBush amici e nemici, e niente rimpianti

09.11.10 - 20:44
Bush amici e nemici, e niente rimpianti
NEW YORK - Il più citato è Tony Blair, l'ex premier britannico con cui George W. Bush aveva - e ha tuttora - una relazione speciale: oltre 60 volte, e spesso senza ricordarne il cognome, a testimoniare l'intimità tra i due potenti. Nelle memorie dell'ex presidente degli Stati Uniti, 'Decision Points' in libreria oggi, i personaggi evocati sono numerosi, tra amici, nemici, o semplicemente colleghi.

Che Blair sia stato il primo capo di Stato o di Governo che Bush ha richiamato per telefono il 12 settembre 2001, all'indomani degli attacchi contro le Torri Gemelle e il Pentagono, conferma ancora il rapporto speciale tra i due. "La mia prima telefonata è stata per il primo ministro Tony Blair della Gran Bretagna. Tony ha iniziato spiegandomi di essere 'in stato di shock' e che sarebbe stato accanto agli Usa, 'al cento per cento nella lotta contro il terrore".

L'ex inquilino della Casa Bianca ricorda anche la sua conversazione con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che "mi ha detto di aver 'pianto come un bambino senza potersi fermarè, oltre a impegnarsi a fornire la sua cooperazione".

Romano Prodi, allora presidente della Commissione europea, è citato tra quelli contrari ad uno Stato Palestinese indipendente nel 2002. Bush sostiene di avere avuto l'appoggio immediato di Tony, al vertice G8 di Kananaskis in Canada, mentre "altri erano meno entusiasti. Jacques Chirac, il presidente della Commissione europea Romano Prodi e il premier canadese Jean Chretien erano chiaramente contrari". Tutti e tre hanno seccamente smentito oggi.

Oltre a Tony (che quando gli ha detto di sì per l'Iraq aveva "echi churchilliani", scrive Bush), vengono citati come amici l'ex premier giapponese Junichiro Koizumi, il presidente messicano Vicente Fox e quello canadese Stephen Harper, il principe ereditario di Abu Dhabi Sheikh Mohammed bin Zayed e anche il cantante degli U2 Bono. Per lui, Bush ha parole molto positive, considerandolo un uomo "dalla fede genuina". Amico è anche Henri Kissinger, l'ex segretario di Stato Usa, oltre naturalmente a Condi Rice, la sua ex segretario di Stato e consigliere per la Sicurezza Nazionale, una delle persone che hanno riletto il manoscritto e vengono ringraziate alla fine.

Le parole di Bush non sono molto positive per Chirac ma non è una sorpresa, visto che la Francia era decisamente contraria alla guerra in Iraq. Scrive Bush: "non sono stato sorpreso quando Jacques Chirac mi ha detto che avrebbe appoggiato approfondite ispezioni sulle armi, ma sarebbe stato restio all'uso della forza" contro l'Iraq. "Il problema, con questa logica - chiosa -, è che senza una credibile minaccia la diplomazia sarebbe stata ancora una volta inutile".

Bush è anche critico nei confronti dell'allora presidente russo Vladimir Putin, "che non considerava Saddam Hussein una minaccia". Bush ha l'impressione che "parte delle ragioni fossero che Putin non voleva mettere in pericolo i lucrativi contratti petroliferi della Russia".

C'è infine un 'giallò Gerhard Schroeder, l'ex cancelliere tedesco, che secondo Bush era pronto ad appoggiare, ad un certo punto, la guerra in Iraq. Oggi Schroeder ha detto che l'ex presidente "non racconta la verità ".

Nelle sue memorie, come lo ha d'altronde confermato nelle numerose interviste di queste ore, Bush non esprime rimpianti se non sulla mancata cattura di Osama bin Laden, il cervello di al Qaida. Non c'è nessun vero rimpianto sull'Iraq, nè su come ha condotto la lotta al terrorismo dopo l'11/9. Autorizzare il waterboarding, l'affogamento simulato, per ottenere le confessioni dei terroristi, era legale e ha permesso di salvare migliaia di vite umane, sottolinea. "Il mio mestiere era proteggere l'America, e l'ho fatto", ha detto Bush nella sua lunga intervista alla Nbc, in onda lunedì sera.

ATS
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