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WASHINGTONMO: Obama-Netanyahu, divergenze su stato palestinese

19.05.09 - 07:54
MO: Obama-Netanyahu, divergenze su stato palestinese
WASHINGTON - Le divergenze sulla questione dei "due stati" sono emerse chiaramente nel primo colloquio alla Casa Bianca tra il presidente americano Barack Obama e il premier israeliano Benyamin Netanyahu. Mentre Obama ha sottolineato che per gli Stati Uniti la via di un accordo di pace tra israeliani e palestinesi è legata alla soluzione dei "due stati", il premier Netanyahu è stato molto più gelido parlando di "autogoverno" dei palestinesi senza però mai accennare ad uno "stato" palestinese.

Un altro punto di attrito tra Obama e Netanyahu è emerso sulla questione degli insediamenti. Il presidente Usa ha ricordato che Israele, accettando gli impegni della 'road map', è vincolato anche a non creare nuovi insediamenti. "Sono convinto che è nell'interesse non solo dei palestinesi ma anche degli israeliani, degli Stati Uniti e della comunità internazionale giungere alla soluzione dei due stati - ha detto ieri Obama - dove israeliani e palestinesi vivono fianco a fianco in pace e sicurezza".

L'appello di Obama alla creazione di uno stato palestinese è stato definito "incoraggiante" dal portavoce dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) Nabil Abou Roudeina, che ha invece definito "deludenti" le dichiarazioni di Netanyahu "che ha ignorato tale prospettiva, negando i diritti legittimi dei palestinesi".

Sul fronte della ripresa dei negoziati tra israeliani e palestinesi Obama ha esortato israeliani e palestinesi "a cogliere questa opportunità e questo momento" per raggiungere la pace.

La minaccia di un Iran nucleare è stato l'altro argomento al centro oggi del primo incontro alla Casa Bianca tra il presidente Obama e il nuovo premier israeliano Benjamin Netanyahu.

Obama ha ribadito che gli Stati Uniti intendono perseguire con Teheran la strada del dialogo ma ha aggiunto che questa scelta è condizionata ai risultati che produrrà: "non desidero stabilire scadenze artificiali" ma desideriamo ottenere progressi "entro la fine dell'anno", ha detto il presidente americano. Obama ha sottolineato che gli Stati Uniti continuano a mantenere comunque "tutte le opzioni aperte" nei confronti di Teheran compresa la possibilità di un inasprimento delle sanzioni.

Il premier israeliano, ricordando che l'Iran chiede "la nostra distruzione", ha detto di essere incoraggiato dalle parole di Obama circa il fatto che "se l'Iran ottenesse un' arma nucleare sarebbe una minaccia non solo per Israele e per gli Usa ma anche per tutto il mondo". Uscendo dalla Casa Bianca Netanyahu ha detto ai giornalisti che "Israele si riserva il diritto di difendersi dall'Iran".

Gli israeliani non concordano con la politica del dialogo di Obama ritenendo che possa offrire solo a Teheran una occasione per guadagnare tempo per il suo vero scopo di possedere ordigni nucleari. Alla probabile richiesta di Netanyahu di presentare all'Iran una scadenza Obama ha replicato oggi manifestandosi contrario alle 'scadenze artificiali' ma concedendo allo stesso tempo che "entro la fine dell'anno" sarà possibile capire se i colloqui con Teheran "procedono nella direzione giusta" perché "non è possobile discutere in eterno".

Sul tema dei negoziati tra israeliani e palestinesi, Netanyahu ha detto di essere pronto a far ripartire subito tali negoziati ma a patto che i palestinesi riconoscano Israele come stato ebraico. Netanyahu ha aggiunto che è possibile vedere in futuro israeliani e palestinesi "vivere fianco a fianco in pace" ma che per giungere a tale traguardo devono essere realizzate prima una serie di condizioni "comprese quelle relative alla sicurezza d'Israele e al riconoscimento della sua legittimità".

Il presidente Obama ha in programma nei prossimi giorni colloqui alla Casa Bianca anche col presidente palestinese Abu Mazen e il presidente egiziano Hosni Mubarak.



ATS
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