"In effetti non accade spesso - riconosce Lagarde, Premio Unesco per la cultura araba e docente al Pisai, il Pontificio Istituto di Studi Arabi e Islamistica - che un religioso cattolico pubblichi non con una casa editrice specializzata in orientalistica, ma con un editore musulmano".
Ma non sta solo in questo, aggiunge, il motivo di interesse di questa operazione editoriale. Razi infatti, vissuto tra il XII e il XIII secolo nell'attuale Afghanistan, "era un uomo di grande spessore culturale e spirituale, e ristudiarlo significherebbe per i musulmani riscoprire molti elementi dimenticati della loro ricca tradizione di pensiero. Una tradizione che invece scompare in particolare nei commenti coranici più frequentati nella nostra epoca, ispirati ad un concetto militante dell'Islam".