Cerca e trova immobili

LUGANOCon Dondé il falso è arte da collezione

03.10.14 - 06:00
Serata evento oggi in Via Nassa dove si celebra lo "Stradivari Rock, il capolavoro perfetto" dell’artista Daniele Dondé
Foto Ticinonline Davide Rotondo
Con Dondé il falso è arte da collezione
Serata evento oggi in Via Nassa dove si celebra lo "Stradivari Rock, il capolavoro perfetto" dell’artista Daniele Dondé

LUGANO - Entrare nel mondo di Daniele Dondé è come varcare la soglia della tana del Bianconiglio perché oltre ad essere il maggiore esperto nei falsi d’autore è anche un grande affabulatore, complice la sua vita, che per tanti ha un che di surreale.

Oggi alle 18, l’artista darà vita nella sua Kristal&Glam art gallery in via Nassa alla serata evento “Stradivari Rock, il capolavoro perfetto”, in cui sarà consegnato al Sindaco della Città un esclusivo violino creato appositamente per la Città di Lugano. “È un evento che faremo in anteprima – ci spiega Daniele - presentiamo i miei violini ma racchiusi in una colata di resina. Solo 5 artisti al mondo fanno questa cosa. Il risultato sono dei lingotti di cristallo contenenti lo strumento da me dipinto e riempito di oro e pietre preziose. Ho preso dei violini dell’accademia cremonese, tanti di questi  violini appartengono a grandi musicisti che li hanno restituiti perché da cambiare. Insomma i violini che ho trasformato hanno fatto il giro del mondo, ogni pezzo ha almeno 40 anni di vita. È come aver racchiuso la loro musica in una gabbia di cristallo”. Dondé è commosso mentre parla della sua creatura e pensare che quando era giovane dell’arte non gli importava nulla: “Aspettavo solo di poter mettere le mani sulla collezione dei miei genitori – confessa - vendo tutto e mi compro le Ferrari, dicevo”.

Poi però è successo e insieme al lutto è arrivata anche lo smacco: “Più della metà della famosissima collezione dei miei genitori era composta da quadri falsi. Mio padre si è fatto fregare dai falsari, lui che si sentiva l’uomo più perfetto del mondo aveva speso fior di soldi per dei quadri che non valevano nulla”.

Uno schiaffo che ancora brucia sulla pelle di Dondé, gli salgono le lacrime agli occhi mentre mi dice: “Ero un figlio di papà che all’improvviso si è trovato senza nulla. Forse è stata questa la mia salvezza, ho capito che se non avessi fatto qualcosa sarei stato spacciato, chi mi conosceva sapeva che io sapevo solo spendere. Forse mio padre l’ho rovinato io, non lo so. In ogni caso ho dovuto prendere in mano la mia vita e farne qualcosa”.

Così è partito alla caccia di chi ha ingannato i suoi genitori scoprendo però che per quei falsari  provava più fascino che non repulsione, al punto che ne è diventato l’allievo.

Stimolato dal piacere di ricreare quadri di grandi pittori Dondé mette insieme una collezione che nel 1983 presenta al pubblico “ho esposto 40 pezzi, guadagnando 200 milioni di lire. Dal momento che non ragionavo come un pittore giocavo a fare il grande, dicevo per questo voglio 10 milioni, per questo 5 e la gente comprava. Ho capito che era un grande business. A un certo punto mi si era avvicinato un tipo con i capelli bianchi, mi aveva comprato un Van Gogh, pare mi riempisse di complimenti che, non parlando l’inglese, io non capivo. A un certo punto mi hanno detto: ma sai chi è? No. È Andy Warhol. Io nemmeno sapevo chi fosse. Da quel giorno mi sono trovato sotto ai riflettori e sai perché? Avevo trasformato il falso d’autore in arte”.

E la sua vita nel Paese delle meraviglie, dove si fa colazione con i coniugi Moore, si gioca a cricket con Agnelli, si prende il tè con il Papa e si fa l’aperitivo con Sophia Loren di cui dice: “È sì un po’ snob ma resta sempre una gran signora. Me la ricordo una volta quando l’ho riaccompagnata in albergo a Ginevra, quasi una macchina ci stava per investire, pensa che se morivamo insieme passavo alla storia per essere morto con Sophia Loren".

O forse sarebbe stato il contrario? Abbagliati dal luccichio degli Swarovski che impreziosiscono i suoi violini tutto può essere, di certo la carrellata dei personaggi famosi che si sono innamorati della sua scintillante arte è molto lunga perché, che sia su tela o su violini, la sua idea ha fatto breccia in molti cuori. “Nell’arte oggi non conta quanto sei bravo – conclude - puoi lavorare tre mesi su una mano e farla magnifica ma questo non interessa a nessuno, è roba che contava nell’800. Oggi bisogna stupire. Oggi devi vendere un quadro in tre minuti e come fai? Seducendo all’istante. La gente vuole cose shock. Per questo uso oro, argento, pietre preziose, Swarovski. Io non sono un artista, non mi ritengo un talento artistico, sono qualcuno che sa proporre la cosa giusta nel momento giusto”.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE