Make up, uno stile del tutto personale

I consigli della celebre makeup artist e look-maker dei vip Viviana Ramassotto

Buongiorno care amiche!

Questa volta, giacché siamo entrate in confidenza, ho deciso di parlarvi un po' di me.
Oh, non che voglia raccontarvi la mia vita, e sì che ce ne sarebbe da dire... ma piuttosto introdurvi in quello che considero il mio mondo, partendo dai presupposti che mi hanno condotta ad individuare, nel rapporto con il make up, uno stile tutto personale, capace di distinguermi da colleghi professionisti che certo nulla hanno da invidiarmi.
Ebbene, tre sono gli incipit.
Da una parte l'esigenza di liberare la femminilità, bagaglio imprescindibile di ogni donna, donandole un'identità netta, immediata, riconoscibile.
Dall'altra, la necessità di garantire all'espressione della bellezza radici forti, un'ancoraggio con la tradizione.
Terzo, ma non meno importante, l'idea di rielaborare in un unico abbraccio il fascino delle antiche liturgie orientali con i ritmi, le esigenze, il gusto tipici del Made in Italy.
Forse farà parte anche di un orientamento intimo, ma spesso, tra sfilate, servizi fotografici, viaggi e frequentazioni, ho avuto modo di appurare come il trucco delle donne arabe sia tremendamente evocativo, riuscendo a colpire nell'immediato l'attenzione di chi, ignaro, fà da spettatore.
Narra di luoghi lontani, dal respiro vasto.
Sa di favola e di poesia senza, per questo, rinunciare ad incisività ed efficacia.
Tutte sappiamo bene come fin dall'antichità le abitudini dei paesi del levante vogliano le fanciulle ammantate di mistero. Ricoperte da un burqa che le veste da capo a piedi, lasciando in evidenza solamente gli occhi.
Ed è proprio sullo sguardo che si concentra il 'ViviStyle', rendendolo saturo di significato.
A partire dalle linee, che pur rispettando le regole della fisiognomica, rispolverano la memoria alle sacre divinità egizie. La dea Gatta, ad esempio, oppure le gazzelle o le antilopi, tipiche dell'habitat asiatico e africano.
Si tratta, in origine, di un make up estremamente pesante, in cui l'effetto porcellanato della base viene raggiunto attraverso l'uso di fondotinta particolarmente coprenti, dai toni caldi e luminosi.
A tal proposito, due notazioni. Per quante volessero ripercorrere alla lettera i passaggi che vi sto illustrando sarà bene scegliere i fondi tra i cake o gli stick.
Seconda sottolineatura, a discapito di quanto possiate immaginare, le donne arabe nutrono un vero e proprio culto per l'incarnato diafano.
Le correzioni saranno precise. Sarà quindi fondamentale catturare la luce nella zona subito sotto l'occhio, l'arcata sopracciliare per intenderci, e sulle tempie, che vanno schiarite con un correttore ad alta definizione.
Nel disegno delle sopracciglia la tecnica dell'ombretto bagnato o del camouflage saranno le più indicate perché possiate creare una perfetta linea ad ala di gabbiano.
Vi ricordo che il tratteggio dovrà cominciare leggermente più avanti dell'inizio naturale.
Anche gli occhi, come vi annunciavo, andranno leggermente avvicinati.
Il khol, una polvere composta principalmente da galena, malachite, antimonio e grasso animale, costituirà il punto di forza del vostro lavoro.
Per noi ragazze dell'Occidente l'eye liner o un matitone kajal si riveleranno un'ottima alternativa, da adoperare intorno agli occhi, sopra e sotto, e al loro interno.
Ma la vera forza di questo maquillage risiede nei contrasti delle sfumature. Gli ombretti, dai colori accesi, saranno coadiuvati da glitter e ciglia finte, mentre sulle guance vi suggerisco di posizionare il fard in maniera grafica, a scolpire lo zigomo. La bocca, ricostruitela in maniera quasi chirurgica. E per regalare un ulteriore suggestione al tutto munitevi di un bindi da inserire tra gli occhi, oppure adornate la pelle con un tatuaggio all'henné.
Io li adoro! Ma questa è un'altra storia...
A presto, Viviana