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STATI UNITICom’è stata l’annata musicale 2014? Chiedetelo a Taylor Swift

23.12.14 - 06:00
Se ogni anno la musica cambia la sua pelle quest’anno è forse un po’ più vero del solito
St. Vincent - St. Vincent
Com’è stata l’annata musicale 2014? Chiedetelo a Taylor Swift
Se ogni anno la musica cambia la sua pelle quest’anno è forse un po’ più vero del solito

NEW YORK - Il 2014 per la musica internazionale è stato un anno decisamente interessante e all’insegna del cambiamento. Se dovessimo cercare due personalità-chiave per capire le nuove tendenze in atto sarebbe impossibile prescindere dalla popstar Taylor Swift e dal navigato rocker Dave Grohl. Anche se apparentemente i due non hanno nessunissimo punto in comune, in realtà, in loro è comune la voglia di cambiare le carte in tavola. Come mai?

Partiamo subito con l’amatissima Taylor: innanzitutto ha mollato il Tennessee per New York City. Una mossa, diremmo, quasi politica: Addio radici country, capelli lunghi, vestiti «solo ok» e benvenuto pop d’alto borgo, taglio squadrato e haute couture. E le vendite, si impennano. Il 2014 è l’anno suo, c’è poco da fare. Vuoi per la potenza stessa dell’ormai personaggio-Swift vuoi anche una consapevolezza che fa quasi impressione vedere in una 25enne enfant prodige che (di solito) a quest’età sono già belle che in burnout. Di lei nel 2014 quasi più che la musica in sé (e, per carità, “1989” è un disco onestissimo) ricorderemo il dominio nelle top-ten e quel gran bel fegato nel mandare al diavolo Spotify rinunciando, hanno stimato, a circa 6 milioni di dollarucci. Se avrà fatto bene e se altri la seguiranno, lo scopriremo (forse) nel 2015.

E per quanto riguarda il capellone ex-batterista dei Nirvana e frontman della band rock numero uno al mondo? Per lui il discorso è un po’ diverso, già perché la musica l’ha voluta portare in televisione con una serie strepitosa che, per una volta, ci fa vedere quello che c’è dietro ai suoni. “Sonic Highways”, che è anche il titolo del nuovo album dei Foos, è una cavalcata fra città-culto per la musica made in Usa e, soprattutto, un insieme di ritratti di persone e di storie che acchiappano. Impossibile guardare una puntata e non portarsi via niente. Anche lui farà tendenza? Speriamo!

Ecco i migliori 5 dischi del 2014 (secondo noi).

1. St. Vincent - St. Vincent: Praticamente già incoronata sin dall’uscita dell’album (ed era febbraio) Annie Clark è restata insuperabile sino a oggi. La musa hipster ridipinge l’indie rock alla sua maniera e, in molti, già le sono dietro. Regale.

2. Gary Clark Jr. - Live: Il blues è un genere polveroso e prerogativa di vecchi tromboni? Chiedetelo a Gary Clark Jr e vedrete che vi risponde. “Live” è senz’altro il disco suo più riuscito. Piedi saldi nel passato e sguardo avanti verso il futuro. Scatenato.

3. Fabi Silvestri Gazzè - Il padrone della festa: In un mainstream italiano decisamente impolverato l’esordio di un trio come questo è stata quasi una visione. Il disco conferma le attese: la somma vale assai più delle parti. Affine.

4. Royal Blood - Royal Blood: Sono in due ma fanno casino per almeno il doppio. L’esordio di Kerr e Thatcher (no, non è parente) convince e non lascia mai a terra. È rock di quello peso come da tanto tempo non se ne vedeva. Sanguigno.

5. Sun Kil Moon - Benji: Se amate i menestrelli americani come quelli della volta, ascoltare Benji vi farà felici. In caso contrario vi farà felici comunque. Mark Kozelek conferma ancora una volta quell’impressionate capacità di cantare la sua anima. Senza filtri.

 

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