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LOSANNAJohn Dear, polverosi e desertici

25.11.14 - 06:00
Il 7 novembre i John Dear hanno pubblicato il disco di esordio, Far Down The Ghost Road (Irascible Music)
John Dear, polverosi e desertici
Il 7 novembre i John Dear hanno pubblicato il disco di esordio, Far Down The Ghost Road (Irascible Music)

LOSANNA - Dalle ceneri degli Zorg, che condividevano con Totor, allo scoccare del 2013 Guillaume Wuhrmann (voce, chitarra) e Catia Bellini (batteria) hanno dato vita a un nuovo progetto, uno duo: "Il nostro nome è la rielaborazione di John Deer, un’azienda americana produttrice di macchine agricole…", mi spiega Catia nel corso di una lunga telefonata. "Non c’è un motivo preciso… Ci è piaciuto… Tutto qui…".

Dieci tracce da cui trasuda l’America, polverosa e desertica. Ammalianti nella loro essenzialità sonora, d’un tratto scendono fino agli inferi e poi risalgono… E intanto ti trafiggono l’anima, il cuore, ma ti accarezzano il viso, con un palmo ruvido, però, recuperando blues seminale e l’embrione, dispotico e distorto, del rock’n’roll…

"I versi, le strofe, direttamente o indirettamente, narrano di noi, della nostra esistenza… Nel bene e nel male…", continua. "No, nella vita non siamo una coppia – puntualizza – Guillaume ha la sua famiglia, io ho la mia…".

"Il titolo del disco, Far Down The Ghost Road, invece, evoca una citazione di “Dalva” (Washington Square Press, 1988), il romanzo di Jim Harrison... Racconti di vita, di morte, di una nativa americana…".

Registrato tra le mura de La Fonderie di Friburgo, "nel corso delle session, come nella fase del concepimento – aggiunge Catia prima di concludere – l’album, oltre a recuperare linfa da Jack White, Black Keys e Nick Cave, si è nutrito dell’opera omnia di Jason Molina, forse colui che ha influenzato più degli altri la nostra musica, i nostri versi… In qualche modo anche la nostra vita…".

Infos: johndear.ch

 

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