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BEST OFYellow Teeth, tra Dylan e Bukowski

18.11.14 - 06:54
Lo scorso 29 agosto Yellow Teeth ha dato alle stampe il suo primo album, Night Birds (Irascible Music)
Tiziano Zandonella, alias Yellow Teeth, classe 1987 - foto VALÉRY MONNET
Yellow Teeth, tra Dylan e Bukowski
Lo scorso 29 agosto Yellow Teeth ha dato alle stampe il suo primo album, Night Birds (Irascible Music)

SION - Yellow Teeth è lo pseudonimo dietro al quale si cela Tiziano Zandonella (voce, chitarre, armonica), 27enne di origini italiane di base a Sion laureato in letteratura inglese e americana. “La scelta dello pseudonimo – mi spiega nel corso di una lunga telefonata – la devo a “Hollywood” (Black Sparrow Press, 1989), il romanzo di Charles Bukowski…”.

Cresciuto sui versi messi a punto dai poeti maledetti, cibandosi, nel contempo, dell’opera omnia di Dylan, per poi penetrare nei solchi di Neil Young, di Leonard Cohen e di Joni Mitchell, dopo avere militato in più formazioni - “di matrice punk oriented”, precisa – ha trovato, e forse recuperato, la propria identità: dentro di lui, a fremere, una sete di sapere, scalpitante, e un’inalterata venerazione per i territori polverosi di un’America lontana. Nel tempo. Night Birds, suddiviso in dieci tracce, è un contenitore ammaliante di versi, musicati - anche con l’apporto di Louis Grichting (basso), Charlotte Vuissoz (batteria), Justine Salvadori (voce), Jeff Albeida (chitarre, organo), Colin Dayer (chitarre) e Sacha Love (chitarre) - in un limbo, inviolabile, costruito a ridosso di una continua ricerca sonora, infinita, alt-folk oriented…

“Il disco è un involucro… Un involucro che contiene tante storie – mi spiega – Narra l’amore, ma al di là della mia sfera personale…”.

Tiziano, pura fiction, quindi?
"Direi di sì…".

In qualche modo potremmo definirlo un concept?
"Nel corso della fase embrionale del progetto, alla base c’era questa idea, ma durante lo sviluppo dei versi, delle strofe, ho notato che ogni canzone avrebbe potuto slegarsi dalla successiva, o dalla precedente, con un’eccezione per la title-track e Saints and Slaves, rispettivamente la prima e l’ultima traccia…".

Quando hai incominciato a lavorare al disco?
"Nell’estate 2013…".

Quali i primi brani ad avere preso forma?
"Lou Jane, Winter Lover e Autumn Song…".

Raccontami le recording session…
"Si sono svolte in analogico, tra le mura de La Fonderie di Friburgo… In presa diretta, senza overdub…".

Per la masterizzazione ti sei affidato a un certo Hank Williams del MasterMix Studio di Nashville, Tennessee…
"Anch’io ho sorriso quando mi ha detto il suo nome…".

 

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