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PROCESSO TAMAGNI"Damiano ha avuto la sfortuna di incontrare persone che praticano la violenza per sport"

23.01.09 - 10:05
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"Damiano ha avuto la sfortuna di incontrare persone che praticano la violenza per sport"

LOCARNO - Il primo a prendere la parola questa mattina alle Assise criminali di Locarno è stato  Diego Olgiati, l'avvocato di parte civile. "È scioccante constatare che non c'era nessun movente - ha detto Olgiati in apertura della propria requisitoria e ha aggiunto - è interessante notare che abbiamo analizzato un banalissimo spaccato di vita giovanile per cercare una scintilla che avrebbe poi potuto far divampare un incendio. Scintilla che non c'era".

L'avvocato Olgiati ha insistito quindi su determinate dinamiche giovanili, comportamenti stigmatizzati dal giudice Mauro Ermani stesso in occasione della fase istruttoria. Atteggiamenti incomprensibili ai quali si contrappongono però atteggiamenti definiti dall'avvocato "intelligenti", anche da parte di giovani che in passato si erano resi noti per il proprio animo rissoso e che in quella occasione hanno capito la situazione evitando di accendere gli animi.

Olgiati stesso passa quindi a rileggere alcune delle dichiarazioni rilasciate dai testimoni; dichiarazioni che sottolineano l'irrazionalità dei fatti: "Si sono scagliati contro Damiano, secondo me perché era la prima persona che hanno visto", afferma Olgiati leggendo le dichiarazioni di un testimone.

"Rappresento per tanto un padre, una madre e una sorella che hanno perso Damiano perché ha avuto la sfortuna di incontrare persone che praticano la violenza per sport, per hobby, per passatempo" afferma l'avvocato Olgiati osservando la corte. Requisitoria che ha come elemento centrale "l'assoluta gratuità alla quale dobbiamo la situazione attuale".
 

"Premeditazione, organizzazione frutto di allenamento"

La requisitoria dell'avvocato Olgiati sottolinea più volte gli aspetti incomprensibili dell'atteggiamento degli imputati. Comportamenti che Olgiati giudica frutto di "premeditazione, organizzazione e, di allenamento". "Sembrava che ci stesse scappando una rissa e quindi ci siamo avvicinati" afferma Olgiati leggendo un verbale di Ivan Jurkic, "sono stati attratti come il miele attrae le mosche" è stato il commento dell'avvocato di parte civile. ""Ho sbagliato" e "me ne vergogno" sono le risposte che si danno nei processi quando non si vuole entrare nel merito" rileva l'avvocato che ricorda in seguito quanto affermato dal giudice Mauro Ermani sentendo queste frasi dagli
imputati: "Ho capito che avete sbagliato ma io voglio capire il motivo, attraverso quali meccanismi,  ma a questo punto è scesa la nebbia" ha affermato Olgiati. "Nebbia che però si dirada improvvisamente quando si tratta di negare frasi dette".

Riferendosi in seguito alle immagini di violenza rinvenute nel telefono cellulare di Marko Tomic, Olgiati ha parlato di "culto della violenza" e della volontà di cercare scene di violenza.

"La maglia della squadra di calcio è l'esca che si mette sull'amo", ha affermato Olgiati sottolineando l'importanza dei dettagli in questo dibattimento. Un dettaglio, quello della maglia della nazionale croata, che poche settimane prima della disgrazia di via Borghese aveva già attirato Ivica Grgic in una discussione durante il carnevale di Roveredo.   L'avvocato Olgiati, come il giudice Ermani nella fase istruttoria, si è chiesto nuovamente quale necessità ci fosse di ricreare una situazione di rischio se non si desiderava, come afferma l'imputato, arrivare a nuove discussioni.

"Depistaggi e mezze verità" ricordate in aula

Nella sua requisitoria l'avvocato Olgiati ha sottolineato diversi aspetti legati all'uccisione di Damiano Tamagni. Il luogo e la presenza di molti testimoni non ha infatti fermato i tre aggressori, non ha rappresentato nessun freno alla violenza esplosa nei confronti di Damiano in pochi istanti. Violenza che è stata percepita da molti presenti che si sono detti impauriti dai tre. "Ho girato la testa perché avevo paura che mi vedesse che lo guardavo", "ho avuto paura che mi chiedessero cosa volevo e che picchiassero anche me" sono alcune delle dichiarazioni registrate dalla polizia. Dichiarazioni di persone che impaurite non si sono recate spontaneamente in procura rendendo necessaria la convocazione da parte degli inquirenti. Timori che dimostrano la "volatilità" dei possibili pretesti per scatenare momenti di violenza.

"Siamo confrontati con persone esperte di risse" ha ripetuto nuovamente Olgiati sottolineando un altro aspetto inquietante: "le vanterie". 
Atteggiamenti "del dopo rissa" che accentuano il carattere degli imputati e che anche in procura dimostrano una "certa esperienza"  dimostrandosi sconcertati per il fermo e non mostrando nessun timore. 
"Depistaggi e mezze verità - ha affermato Olgiati rivolto alla corte - che danno prova di una maturità criminale tutt'altro che evidente. Sanno cosa dire e cosa non devono dire". "Criminali scafati" ha continuato Olgiati che ricorda l'atteggiamento tenuto da Marko Tomic in carcere preventivo, affermando che "si scusano a parole ma il loro comportamento indica una realtà in tutt'altra direzione".

 

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