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PROCESSO TAMAGNILa difesa in aula con la controperizia

21.01.09 - 16:41
Tipress / Carlo Reguzzi
La difesa in aula con la controperizia

LOCARNO - Nella seconda parte del pomeriggio il dibattito in aula si è animato con l'arrivo del perito di parte al quale l'avvocato Ravi, difensore di Marko Tomic, si è rivolto per una perizia. Il dottor Angelo Fiori ha spiegato le dinamiche del suo coinvolgimento, anche se la sensazione avuta è quella di una perizia presentata dalla difesa meno incisiva rispetto a quella del perito della parte civile, rappresentata dall'avvocato Olgiati, e del dottor Osculati, perito dell'accusa. "Mi è stato chiesto di esaminare il caso sotto il profilo medico-legale - afferma il dottor Fiori-. Non tanto sulla causa del decesso, ma sul meccanismo che ha portato a quelle cause su base di dati circostanziali".

La perizia di Fiori si sarebbe basata sui documenti ottenuti dal dottor Osculati, da alcuni verbali degli interrogatori e dal rapporto della polizia giudiziaria". Una quantità di dati che il teste stesso non ha saputo precisare e descrivere.

Questo punto ha poi portato ad un fitto dibattito tra il teste, l'avvocato Olgiati ed il giudice. "Dottor Fiori - ha affermato Mauro Ermani-, lei nel suo rapporto dice di essersi basato sui fatti ma non ha avuto accesso a tutti gli atti" per sottolineare la parzialità dei dati a disposizione del perito. Un fatto questo che ha spinto l'avvocato di parte civile a porre precise domande:

Olgiati: "Mi interessa precisare su quali verbali ha basato la sua perizia"

Ermani: "Ha già detto di non saperlo"

Olgiati: "Ma a quando risalgono?"

Fiori: "Non saprei. Mi sono basato su gli atti ricevuti. Fotocopie di verbali".

Olgiati: "Lei quindi non sa se erano completi. non ha fatto delle verifiche."

Fiori: "no".

Un modo di agire, quello del perito di parte, che fa grande uso della casistica internazionale. Casistica peraltro non ampissima e non sempre di facile accesso, spiega Fiori stesso. Il dottor Fiori spiega in seguito la sua analisi. "Premetto che prima di questo caso io conoscevo solo un altro caso simile. Quello di un giocatore di basket che senza apparenti contusioni, se non i movimenti bruschi, si è procurato una ferita assolutamente analoga a quella di Damiano". 

"Probabilmente anche il dottor Osculati - spiega Fiori - al momento della sua autopsia non aveva mai visto una casistica così rara. La lettura della casistica di rottura dell'arteria vertebrale consente di creare delle categorie. Rotture spontanee e rotture causate dalla stranezza degli eventi, uno dopo una danza sfrenata, un secondo dopo 45 minuti sulla sedia del dentista con una posizione di iper-estensione ed un terzo quello di una persona caduta in piedi da un paio di metri d'altezza. 
La conclusione è la particolare fragilità di questa arteria".

Una casistica, quella citata dal perito di parte, che ruota attorno ad una fragilità dell'arteria legata appunto alla torsione della testa.

Il dibattito continua in seguito tra il giudice ed il teste sull'importanza del tasso alcolemico arrivando in seguito alla conclusione che il quantitativo riscontrato in Damiano risultava comunque ininfluente, misurato attorno allo 0,3 per mille, che corrisponderebbe a poco più di una birra.

RED

Foto d'apertura: Tipress / Carlo Reguzzi
 

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