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PROCESSO TAMAGNIDal capannone di Locarno alla discoteca di Bellinzona, la festa continua

20.01.09 - 17:59
Tipress
Dal capannone di Locarno alla discoteca di Bellinzona, la festa continua

LOCARNO - Si è conclusa la seconda giornata del processo di Damiano Tamagni. Alle Assise criminali di Locarno i tre imputati hanno risposto alle domande del giudice Mauro Ermani. Le versioni date dai ragazzi sono state alle volte contrastanti. All'incalzare delle domande del giudice sui motivi che hanno spinto i tre giovani, Tomic, Grgic e Jurkic a colpire, il primo non ha saputo rispondere dicendo di non ricordare nulla, mentre Jurkic ha ammesso il suo sbaglio anche se la sua posizione è meno grave rispetto a quella degli altri due in quanto ha dato sì avvio al pestaggio, ma poi non avrebbe preso parte alla rissa. Grgic ha invece ammesso di avere sferrato un calcio, ma non così forte, a suo dire, da provocare il decesso di Damiano Tamagni. Il giudice Ermani invece ha invece riferito di testimonianze in cui si conferma la violenza dei colpi alla testa paragonati al tiro di calciatori.

Dopo il pestaggio mortale, i tre hanno scelto la fuga. Dapprima sono andati al capannone di Locarno allestito per il Carnevale. I tre hanno incontrato degli amici che avevano assistito alla rissa. Uno degli amici si era accorto che fuori del capannone c'erano dei poliziotti e Tomic è stato avvisato della presenza degli agenti. Tomic ha quindi avvisato gli altri due amici e per evitare di essere visti e fermati, i tre sono usciti dall'uscita posteriore del capannone. Avevano paura di essere arrestati.

Versione questa confermata da Tomic stesso in aula, definito da uno teste, uno dei tre ragazzi incontrati nel capannone, sembrava essere il più spavaldo. Anche Grgic conferma il timore per quanto era successo e questo è il motivo per il quale, alla domanda del giudice, andandosene non sono ripassati dal luogo dell'incidente. Alle persone incontrate una volta usciti dal capannone Ivica mostrando la mano avrebbe spiegato d'aver preso parte ad una rissa e d'essersi difeso.

Ivan Jurkic si è poi separato dai due amici ed è tornato a casa. In aula ha confermato che al momento dell'arrivo della polizia non dormiva a causa della preoccupazione.

Ivica e Marko hanno invece deciso di continuare la serata e di andarea al carnevale di Bellinzona. Arrivati alla stazione di Bellinzona Ivica racconta d'aver visto un gruppo di poliziotti ed entrambi hanno temuto d'essere fermati. Ciononostante Ivica è passato al loro fianco. "Nessuno mi ha fermato ed ho pensato che non era successo nulla di grave" ha detto Grgic. Anche Tomic conferma d'aver avuto lo stesso pensiero. La coppia ha quindi deciso di andare alla discoteca Zoo, dove hanno incontrato un amico al quale Ivica ha riferito della rissa. Secondo la versione rilasciata in seguito da questa persona, Grgic "non se ne vantava".

Marko Tomic e Ivica Grgic si sono poi separati, quest'ultimo ha preso il treno delle 6.23 a Bellinzona per tornare a Locarno. Sul treno ricorda d'aver ricevuto una telefonata da parte della polizia: "Pensavo fosse uno scherzo, poi ho detto loro che ero sul treno e che stavo per arrivare a Locarno". Ivica è stato arrestato sotto casa.

Tomic racconta d'aver preso il treno da Bellinzona alle 05.40 del mattino e d'aver chiesto in prestito ad un amico la batteria del telefono cellulare per controllare se aveva ricevuto dei messaggi. 

Quasi 20 messaggi di chiamate non risposte da casa e subito risponde ad una chiamata da parte della madre che lo informa della presenza della polizia. Versione solo parzialmente confermata dall'amico che gli ha prestato il telefono. La PP precisa che dopo aver saputo via sms della presenza a casa della polizia ha mandato a sua volta un sms a Jurkic per sapere se anche da lui vi era la polizia. Tomic è stato fermato da due agenti in boghese alla stazione di Locarno, non è andato direttamente a casa.

Domani in aula
Domani, mercoledì, in aula sarà il giorno delle perizie mediche. Tre perizie e due conclusioni differenti. I risultati della perizia richiesta dalla Procuratrice pubblica Rosa Item sono concordi con quelli della perizia richiesta dall'avvocato di parte civile Diego Olgiati e attribuiscono ai colpi inferti al capo di Damiano Tamagni da Ivica Grgic e Marko Tomic la responsabilità del decesso. Da questi dati nasce la formulazione dell'accusa di omicidio intenzionale per i due ragazzi.

Differente invece il risultato della perizia di parte richiesta dall'avvocato Yasar Ravi, difensore di Marko Tomic, secondo la quale non sarebbe possibile determinare con certezza quali colpi hanno causato la lacerazione dell'arteria cervicale della vittima.Stando all'avvocato Ravi non si giustificherebbero quindi i differenti gradi di responsabilità individuati dalla pp Rosa Item


 

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