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LUGANOÈ il momeno della coreografia contemporanea italiana

17.02.15 - 12:00
Quattro appuntamenti proposti da LuganoInScena
È il momeno della coreografia contemporanea italiana
Quattro appuntamenti proposti da LuganoInScena

LUGANO - Decolla la piattaforma di danza dedicata alla coreografia contemporanea italiana da LuganoInScena: lunedì 23 febbraio alle ore 18, presso l’ Aula Magna USI, Stefano Tomassini illustrerà l’esperienza della danza contemporanea, rivolgendosi anche ad un pubblico di non esperti. “Ad Achille si addicono le rose”, questo il titolo dell’incontro di Tomassini, intende rappresentare un utile percorso rievocativo con cui comprendere meglio le ragioni di un difficile passato per la danza e il balletto nell’Italia della modernità, oltre a spiegare le recenti premesse di una singolare ma innegabile rinascita contemporanea. Da tutto ciò deriva un movimento di gruppi e di individualità (come Sosta Palmizi, Enzo Cosimi e Vigilio Sieni fra molti altri) che si sono formati autonomamente e hanno progredito secondo un’estensione orizzontale, quasi mai all’interno dei teatri, ossia senza una vera possibilità di radicarsi in profondità nel sistema della produzione culturale italiana, figli minori di una filosofia dell’inquietudine, sorgente di una indefinibile identità. A questa esperienza segue un’imprevedibile metamorfosi, quella di una nuova generazione capace di sfuggire i dispositivi della coreografia e mandare in frantumi le consuete divisioni tra generi e discipline, come per esempio nei lavori di MK/Michele Di Stefano, Cristina Rizzo e Alessandro Sciarroni.

Lunedì 23 febbraio, invece, alle ore 20.30 presso il Palazzo dei Congressi di Lugano, il protagonista è “Robinson”, Leone d’Argento per la danza 2014 a Michele Di Stefano, coreografo dell’opera. Un’isola deserta e la rivisitazione del “Robinson Crusoe” di Defoe, sono il punto di partenza per il nuovo spettacolo della Compagnia MK. Qui la progettualità conferita da Defoe al suo protagonista nel tentativo di ricreare una civiltà entra in contraddizione. Anziché rifondare la civiltà, il nostro Robinson si perde nel paesaggio senza umani fin quando l’incontro con l’altro lo prepara a una totale reinvenzione di se stesso. Allo stesso modo, la coreografia è soprattutto un atto di apprendimento, un mezzo che permette di fare delle incessanti esperienze. La danza è semplicemente il linguaggio adottato per l’incontro tra due esseri umani, che tentano di mantenere sempre vivo quel momento.

Martedì 24 febbraio alle ore 20.30, il Palazzo dei Congressi di Lugano ospita le coreografie di Cristina Rizzo e Mauro Bigonzetti in “Tempesta/The Spirits; Vertigo; Les Noces”, realizzate grazie alla principale e storica compagnia di produzione di spettacoli di danza in Italia, Aterballetto. Nata nel 1979, la compagnia gode di ampi riconoscimenti in campo internazionale. Ha come elemento fondante della propria identità artistica l’impegno a sostenere e sviluppare l’arte della coreografia e il linguaggio assoluto della danza, intesa come dinamica e forma nello spazio, incarnazione di risonanze espressive ed estetiche e dialettica con la musica. In questa occasione vedremo rappresentate: “Tempesta/The Spirits”, con la coreografia della talentuosa Cristina Rizzo e “Vertigo” e “Les Noces” di Mauro Bigonzetti, affermato coreografo che con il suo lavoro ha saputo rinnovare l’identità artistica della Compagnia dandole una visibilità internazionale, il tutto su musiche di Sostakovich, Stravinskji e altri grandi compositori. 2|3 Lo spettacolo segue l’incontro delle ore 18 (sempre al Palazzo dei Congressi) dove Francesca Pedroni, critico di danza, e Stefano Tomassini, Università di Lugano incontrano Michele Di Stefano, Cristina Rizzo e Raffaella Giordano, coreografi, per approfondire al meglio le tematiche degli spettacoli e fornire una panoramica storica sulla danza.

Infine, mercoledì 25 febbraio alle ore 20.30 presso il Teatro Cttadella, la Danza D’Autore di LuganoInScena presenta l’opera “Quore. Per un lavoro in divenire”, che nel 1999 cambiò radicalmente il modo di intendere la danza e che è stata vincitrice del Premio Speciale UBU 2000. “È un lavoro impietoso e struggente, mostra ciò che non ci si aspetta, ciò che tutti conoscono, ma non sono certi di voler vedere: la sgangheratezza della vita, il suo caotico movimento, il disperato vuoto di alcuni gesti. E' un lavoro destabilizzante, toglie certezze, scardina codici, non fornisce soluzioni. Eppure se ne esce sollevati, con un senso di liberazione. I danzatori sospesi in una quotidianità piccola e sciatta rappresentano ciò che nessuno ha il coraggio di ammettere essere proprio così: la vita. C'è un caos gioioso e insieme malinconico dentro questo lavoro, piccolezze e dettagli ridicoli che incantano per la lucida, straziante osservazione sul mondo compiuta con crudezza e pari innocenza assolutamente disarmanti. Ci sono corpi e facce pasoliniane, carne "segnata" dalla vita, candida e corrotta insieme, e di contro, come la faccia di una stessa medaglia, una sensualità ruvida e triste” (Elettra Aldani) In questa speciale occasione “Quore” chiude la sua storia dal vivo, un’ “ultima volta” che vale la pena senz’altro vedere o rivedere.

 

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