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Luke e Nanuk: un’amicizia nata tra i ghiacci

CANTONELuke e Nanuk: un’amicizia nata tra i ghiacci

03.12.14 - 06:23
Dopo il successo riscosso a Castellinaria, il film codiretto da Brando Quilici e Roger Spottiswoode è nelle sale della Svizzera italiana
brandoquilicifilms.com
Luke e Nanuk: un’amicizia nata tra i ghiacci
Dopo il successo riscosso a Castellinaria, il film codiretto da Brando Quilici e Roger Spottiswoode è nelle sale della Svizzera italiana

BELLINZONA - Si può avere un orso per amico? Certo. Anche in carne e ossa. “Il mio amico Nanuk – spiega il regista Brando Quilici – è un film per famiglie che si discosta da quelli d’animazione ai quali siamo abituati. Nulla in contrario, intendiamoci, li vado a vedere anche io, ma c’è una fetta di pubblico che ama ancora vedere delle scene reali”. Girata nelle bellissime quanto ostili terre dell’Artico canadese, la storia – accolta calorosamente a Castellinaria e ora nelle sale della Svizzera italiana - racconta di Luke, un ragazzo di 14 anni che sfida i pericolosi elementi naturali per riportare alla madre un cucciolo di orso.

“Trovare Nanuk – continua Brando - è stata la cosa più difficile. Ci serviva un piccolo nato in cattività da un’orsa che non potesse allattarlo, solo così avremmo potuto separarlo dalla madre. Dopo lunghe ricerche l’abbiamo scovato in un Acquario in Cina. È stato meraviglioso vederlo incontrare la neve per la prima volta. Era estasiato. Ce l’hanno nel DNA: prendono un cubetto di ghiaccio e poi lo girano e lo rigirano finché non diventa una piccola sfera con la quale poi giocano come se fosse una palla”.

Spontanea e genuina anche l’alchimia fra i due protagonisti: “hanno passato molto tempo insieme ancora prima delle riprese. Molto importanti sono state le istruzioni che ha ricevuto dal trainer Dakota Goyo, l’attore che interpreta Luke, su come nutrire il suo compagno di avventura e su come giocare con lui”. 

Questo non vuol dire che non ci siano stati momenti difficili, soprattutto considerando che tutta l’équipe ha dovuto sempre fare i conti con il tempo: “Gli ultimi giorni di ripresa non sono stati facili perché Nanuk non era più così piccolino, è diventato più forte e quindi non si riusciva a fare quelle scene così dolci come all’inizio. Una delle cose che abbiamo imparato da questi orsi è che la mattina sono molto energici e vogliono correre e giocare; dopo mangiato e durante il pomeriggio diventano invece più docili. Insomma le scene più movimentate sono state girate di mattina mentre quelle più tenere con abbracci e carezze sono state spostate al pomeriggio”.

È la storia di un ragazzo ma anche quella di un orso e del suo habitat, che peso ha all’interno del film l’aspetto ambientalista?

L"’idea è sempre stata quella di scrivere un’avventura legata a un bambino che vive in un piccolo villaggio artico e che un giorno, per riportare un cucciolo di orso dalla madre, s’imbarca in un’avventura che gli farà scoprire in tutto il suo splendore la sua terra. A dispetto di quello che pensiamo, l’Artico non è un deserto di ghiaccio ma un mondo pieno di vita dove ogni estate emigrano 3 milioni di uccelli marini, balene, orche, orsi… È una delle grandi oasi del pianeta terra dove gli animali vanno a pascolare nei mesi estivi. Il discorso ambientalista viene di conseguenza ma emerge in maniera implicita. Non si parla mai di ecologia esplicitamente. In ogni caso la mia speranza è che nei giovani che vedono questo film nasca un amore per l’Artico che li porti a capire che questo è un mondo che va protetto".

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