Applicato sulle confezioni di barrette accusate di plagio, consentirà a Coop di salvare 42 tonnellate di cereali di cui il tribunale aveva imposto il ritiro. Una beffa?
BASILEA - L'aveva promesso a luglio: quando Migros decise di portarla in tribunale. «In autunno cambieremo la confezione delle barrette», aveva assicurato Coop. «Per motivi interni di management», aveva presto puntualizzato il portavoce Urs Meier: non certo come ammissione di colpa davanti alle accuse di plagio della concorrenza, per cui quella scatola tanto simile nei colori, nelle forme e nell'immagine era una bella scopiazzatura.
Ora, la domanda è se sia quell'adesivo che da settimana prossima comparirà sugli snack Country il cambiamento fin da allora annunciato. O, piuttosto, se basti un bollino tondo per rispettare una sentenza del tribunale, che a inizio settembre ad Aarau ha stabilito che Coop dovesse ritirare dagli scaffali le merendine dal design troppo simile alle Farmer di Migros. E se non sia, piuttosto, una sorta di provocazione, una beffa: utile a riciclare con un mezzo inganno confezioni che altrimenti avrebbero dovuto esser cestinate.
Quarantasei tonnellate di cereali e miele che rischiavano di finire nella spazzatura: poi l'intuizione. Perché non salvarle con un espediente? Anzi, 250mila: tanti gli stickers comprati e attaccati sulle scatole, con la collaborazione del personale di vendita. «Il nostro obiettivo era riportare al più presto le barrette sul mercato – ha spiegato il capo di Coop Joos Sutter – Abbiamo trovato una soluzione semplice ed efficace. Forse l'estetica non è il massimo, ma ci ha consentito di salvare dalla distruzione il nostro prodotto». Duecento mila confezioni sono stoccate in magazzino, pronte alla distribuzione; 50mila raggiungeranno nelle prossime ore i negozi. E, a quel punto, ai posteri l'ardua sentenza.