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GERMANIABraccio di ferro con i fornitori, Volkswagen si ferma

19.08.16 - 19:58
Un grande fornitore del gruppo, Bosch, è invece al centro di un nuovo fronte nello scandalo del Diesel-gate aperto da avvocati americani
Braccio di ferro con i fornitori, Volkswagen si ferma
Un grande fornitore del gruppo, Bosch, è invece al centro di un nuovo fronte nello scandalo del Diesel-gate aperto da avvocati americani

BERLINO - La resistenza di due fornitori a piegare la testa di fronte alle condizioni imposte dalla più grande casa autombilistica europea sta creando problemi al gruppo Volkswagen che, da lunedì, dovrà interrompere la produzione di modelli Golf nel suo impianto-base di Wolfsburg.

Un grande fornitore del gruppo, Bosch, è invece al centro di un nuovo fronte nello scandalo del Diesel-gate aperto da avvocati americani che accusano il gigante della componentistica auto di "complicità" nello sviluppo del software utilizzato per taroccare i risultati dei test anti-inquinamento di quasi 11 milioni di veicoli Volkswagen.

Il blocco delle catene di montaggio delle Golf a Wolfsburg durerà fino a sabato, ha appreso l'agenzia Dpa dopo che l'orario ridotto era stato annunciato la settimana scorsa per 7.500 dipendenti allo stabilimento di Emden.

Si sta valutando la stessa misura anche in quelli di Braunschweig, Zwickau, Kassel e Wolfsburg, per un totale di 20 mila operai. Il braccio di ferro, combattuto anche a colpi di ordinanze tribunalizie, è con i fornitori "Es Automobilguss" e "Car Trim" e a mancare sono coperture di sedili e parti di cambi. Volkswagen sta cercando di rimpiazzare i fornitori ma anche di trovare un accordo che risolva lo stallo, incassando disponibilità al dialogo secondo un comunicato delle due società in lite. "Un gruppo di Pmi si sente ricattato" dal colosso di Wolfsburg, ha sottolineato il quotidiano economico Handelsblatt. Volkswagen, riferisce l'agenzia stampa Dpa, vuole sfruttare tutte le possibilità per mettere le mani sulle componenti mancanti e ptrebbe arrivare a farsi aiutare dalla polizia.

Il gruppo è famoso per la sua forza negoziale dato che solo Toyota e General Motors costruiscono un numero simile di veicoli e il suo responsabile acquisti Francisco Javier Garcia Sanz è uno dei più esperti nel settore. A fine giugno Sanz aveva avvertito i fornitori che il gruppo vuole "diventare molto più efficiente nei costi degli acquisti" al fine di restare "concorrenziale".

Un bisogno di competitività sui costi resa ancora più urgente dallo scandalo dei motori Diesel di Volkswagen, in cui ora "avvocati Usa hanno nel mirino" anche Bosch, rivela l'informatissimo quotidiano popolare tedesco Bild. In una citazione in giudizio Bosch viene accusato di aver sviluppato il software l'illecito "mano nella mano" con Volkswagen.

Addirittura il capo della multinazionale tedesca maggiore produttrice mondiale di componenti per autovetture, Volkmar Denner, avrebbe "saputo del segreto", sostengono gli avvocati. Del resto è l'intero settore dell'auto ad essere considerato "a rischio" da uno studio Goldman Sachs dopo una corsa iniziata lo scorso 6 luglio, quando le quotazioni dei vari titoli erano al minimo. Nel report si sottolineano i pericoli di un rallentamento della domanda negli Usa e in Europa, dei costi aggiuntivi legati alle emissioni e della "normalizzazione dei profitti" in Cina, che non è più un Eldorado automobilistico.

Per la Germania c'è poi anche la Brexit: la bassa domanda di auto in Gran Bretagna ha costretto Opel a annunciare orario ridotto in due stabilimenti tedeschi.
 
 

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