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TICINOIncapaci di staccare dal lavoro: così rinunciamo anche alle ferie

22.07.16 - 07:15
Un fenomeno in America, ma seri riscontri si hanno anche in Svizzera: fra chi le accumula e chi le lascia figurare come godute, presentandosi lo stesso in ufficio
Incapaci di staccare dal lavoro: così rinunciamo anche alle ferie
Un fenomeno in America, ma seri riscontri si hanno anche in Svizzera: fra chi le accumula e chi le lascia figurare come godute, presentandosi lo stesso in ufficio
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LUGANO - Troppo attaccati al lavoro, sensibili al risultato, dipendenti dal senso del dovere: al punto da non riuscire a interrompere il flusso. Così circa la metà degli americani si lascia indietro giorni di ferie non godute, con conseguenze negative per i consumi: meno cene al ristorante, notti in hotel, viaggi, per una mancata spesa di 223 miliardi di dollari. 

Lo smartphone certo non aiuta - Colpa di internet, degli smartphone e delle tecnologie che legano sempre di più alla professione. «La connessione ventiquattr'ore su ventiquattro ci fa sentire così integrati e indispensabili da rendere più difficile staccare», riflette Katie Denis, direttore del progetto Time Off, che ha commissionato una ricerca in grado di far rabbrividire oggi l'America. Vittima di se stessa, se è vero che lo scorso anno sono stati sfruttati in media solo 16,2 giorni di vacanza a fronte dei 20,3 del 2000, per un complessivo di 658 milioni di giorni rimasti inutilizzati. Senza parlare poi di chi riconosce di lavorare oltre le 35 ore canoniche settimanali senza chiedere di essere retribuito: bruciando così circa 1,6 milioni di posti di lavoro.

Oggetto di contesa con l'azienda - Attenti, però: non che qui ci sia molto da stare allegri. I numeri, forse, non saranno così importanti: ma solo in proporzione e perché siamo soltanto all'inizio. Non è forse regola che l'America faccia spesso da apripista ai fenomeni a venire? Ebbene: le avvisaglie già ci sono tutte, e anche qualcosa di più. Sempre più ticinesi rinunciano in silenzio a giorni di ferie: che poi diventano magari oggetto di contenzioso, al termine di un rapporto di lavoro, oppure scompaiono figurando come godute, anche se ci si è regolarmente presentati alla scrivania.

Disoccupazione, concorrenza: «Troppe pressioni» - Capita di rendersene conto d'improvviso, negli uffici legali dei sindacati: alle prese con arretrati e situazioni da sanare. «Parlare di tendenza mi viene difficile – riflette Alberto Trevisan, Ocst – Ma certo l'andamento si vede. La pressione c'è: il riscontro si ha di norma alla conclusione del rapporto». Impiegati, di livello medio-alto: stacanovisti più per paura che per scelta. «Gli obiettivi sono sempre piu alti, i ritmi sempre più veloci: in Ticino è una realtà, frutto di pressioni sempre più forti», osserva Giangiorgio Gargantini, responsabile del settore terziario per Unia. «La disoccupazione e la concorrenza mettono ansia e spronano ad accettare. In principio è qualcosa di obbligato, poi diventa quasi volontario: ma fino a che punto?».

«Nessuno lo saprebbe fare come me» - Difficile fare stime, specie in un ambito dove misurare il tempo è quanto meno complicato. Ma «si lavora la sera, oppure in vacanza: con la scusa che quello che non si fa prima lo si ritroverà comunque da sbrigare al rientro». Qui, come oltreoceano, la giustificazione è la medesima: prendere una pausa comporta montagne di lavoro al ritorno. E «nessuno lo saprebbe fare come me». Morale: quello che «fino a quattro o cinque anni fa era un'eccezione, oggi è quasi costume. Si è ufficialmente in ferie, ma si va in ufficio lo stesso. Senza rivendicare nulla - conclude Gargantini - Sarebbe come ammettere di non essere stati all'altezza». 

 

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COMMENTI
 

prophet 7 anni fa su tio
beh...la legge federale sul lavoro parla chiaro in fatto di ferie...il datore di lavoro é OBBLIGATO a concedere le ferie e deve vegliare che le stesse siano godute, inoltre ALMENO 2 settimane DEVONO essere consecutive...Non rispettare queste regole significa NON rispettare la legge...

F.Netri 7 anni fa su tio
Scommettiamo che questo problema non riguarda le schiere di statali??

matteo2006 7 anni fa su tio
Non c'è da meravigliarsi visto che abbiamo bocciato le 6 settimane di vacanza.

lo spiaggiato 7 anni fa su tio
Poveracci...

GinoAgostiniAuthor 7 anni fa su tio
Ciò che l'articolo dice è vero. Proprio con internet ormai il distacco fisico/geografico non è più quello vincolante, bensì quello mentale. Fondamentale per non sopperire è essere in grado di scegliere, scindere, la tecnologia lo permette ma quasi sempre è la forza psichica ad essere rimasta indietro. Vanno assaporate maggiormente le ore dove operativamente non si ha nulla da fare, in base al proprio compito/mandato che spesso viene dimenticato o distorto dai temi nominati nell'articolo, molto spesso quindi alterato da noi stessi. Siccome il rischio maggiore di perdere tutto o di non poter più progredire si ha proprio quando si crolla, è fondamentale ricordarselo e fare di tutto quindi per evitare tale collasso. 'Nessuno saprebbe farlo come me' , 'A me non può capitare' son le piccole crepe capaci di far crollare anche il più resistente dei muri. Occorre trovare l'equilibrio fra l'ambizione e l'energia attuale disponibile altrimenti proprio l'ambizione non sarà più perseguibile.
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