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BERNARistoranti in calo. Gastrosuisse: «la situazione è critica»

27.04.16 - 11:40
Gli svizzeri spendono meno al ristorante e al bar
Ristoranti in calo. Gastrosuisse: «la situazione è critica»
Gli svizzeri spendono meno al ristorante e al bar

BERNA - Gli svizzeri spendono meno al ristorante e al bar: stando alle stime dell'associazione di categoria GastroSuisse, nel 2015 sono stati consumati cibi e bevande fuori casa per 22,4 miliardi di franchi, l'1,1% in meno dell'anno prima. Secondo il settore la situazione è critica e urge un impegno da parte del mondo politico.

"Le conseguenze della forza del franco rendono la vita difficile all'industria alberghiera e della ristorazione, anche dopo più un anno dall'abolizione del corso minimo dell'euro", ha spiegato il presidente di GastroSuisse Casimir Platzer in una conferenza stampa a Berna.

"Soprattutto nell'area alpina e rurale la situazione è molto critica", aggiunge Platzer, citato in un comunicato. Contribuiscono ad aggravare ulteriormente questa situazione le distorsioni della concorrenza, un'enorme pressione sui costi e la preoccupazione riguardo al reclutamento di personale.

A causa degli alti costi del personale e dei prodotti i servizi nella ristorazione elvetica sono più cari rispetto ai paesi stranieri confinanti, ha ricordato Sascha Schwarzkopf, responsabile della politica economica di GastroSuisse. Per colpa del turismo gastronomico defluiscono ogni anno nei paesi stranieri vicini circa 4 miliardi di franchi svizzeri. Un fenomeno che si riscontra in particolare in cantoni di frontiera come Turgovia , Neuchâtel o Ticino.

A sud delle Alpi le conseguenze del turismo gastronomico e quello da shopping sono particolarmente allarmanti, ha affermato il presidente di GastroTicino Massimo Suter. "A partire dall'abolizione del corso minimo, le nostre offerte per i clienti della zona euro sono diventate immeritatamente più care fino al 20% in più". Fra il 2014 e il 2015 i pernottamenti dei tedeschi sono scesi del 20%. Secondo Suter il settore punta quindi più che mai alla cura della clientela fissa, alla qualità e al carattere regionale delle offerte.

Per il presidente di GastroSuisse Platzer, la situazione globale del ramo è complessa e non vi sono ricette miracolose, ma l'entità del problema viene sottovalutata. "Non mi capacito di come la politica riesca a stare a guardare senza agire, laddove la domanda nelle regioni di montagna subisce un crollo del 40%". Lo sviluppo in atto secondo Platzer tocca tutti i rami dell'economia dipendenti dal turismo: le valli sono minacciate dall'emigrazione e dallo spopolamento. Serve quindi la convocazione di un vertice politico al fine di incentivare il turismo nell'area alpina.

Un fattore che grava sulla competitività è rappresentato dall'elevato livello dei costi. A questo proposito l'organizzazione intende lanciare insieme ad altri organismi un'iniziativa popolare dal titolo "Stop all'isola degli alti prezzi - a favore di prezzi equi", che punta ad impedire le eccessive maggiorazioni tariffarie che gravano non solo sugli imprenditori, ma anche sui consumatori.

GastroSuisse combatte anche contro "l'inutile burocrazia e l'eccessiva regolamentazione". La vasta quantità di regolamenti è diventata un grande peso per le piccole e medie imprese. "Indebolisce la nostra competitività e frena la crescita. Di fronte a cotanta amministrazione, rimane sempre decisamente meno tempo per svolgere la nostra attività in qualità di strutture ospitanti", ha affermato il vicepresidente di GastroSuisse Ernst Bachmann, attivo da quasi 50 anni nel ramo e presidente di GastroZürich. "Si ha certamente bisogno di regole e leggi, ma con buonsenso e moderazione."

GastroSuisse intende promuovere inoltre ulteriormente la formazione e l'innovazione, fra l'altro lanciando un "premio per l'innovazione alberghiera" insieme alla Società svizzera di credito alberghiero (SCA). Il settore deve infatti essere in grado di riconoscere per tempo le nuove tendenze: l'hamburger è ormai parte della gastronomia di alta qualità, la gastronomia tradizionale offre anche il servizio take-away e il fastfood punta consapevolmente sul cibo slow, biologico e regionale, ha spiegato il presidente di GastroVaud Gilles Meystre.

Nel comparto alberghiero, un ruolo sempre più importante è svolto dalle piattaforme di prenotazione online: coloro che ricevono i clienti nelle loro strutture, però, pagano questi servizi con commissioni salate, le quali secondo GastroSuisse vanno dal 12% fino ad addirittura il 30% del fatturato.

Il direttore dell'organizzazione, Remo Fehlmann, critica il modo di agire a suo dire tentennante della della commissione per la concorrenza (COMCO): la Germania ha ad esempio provveduto a eliminare in toto la clausola del miglior prezzo pretesa da Booking.com. "Devono seguire ulteriori azioni da parte della COMCO: si chiede alla politica di ripristinare anche in Svizzera la libertà economica", ha detto Fehlmann .

GastroSuisse ricorda che il settore alberghiero e della ristorazione svizzero, con circa 29’000 strutture, rappresenta un motore economico di rilevanza ed è fra i principali datori di lavoro del paese. Nel 2014, 209’920 persone hanno trovato un'occupazione nel ramo e sono stati formati 8476 apprendisti.

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COMMENTI
 

Lore62 7 anni fa su tio
Tranquilli, la politica sta dando una mano ai consumatori, sta pianificando nuove tasse per il risanamento delle finanze cantonali, sui carburanti, sui posteggi ops...tassa di collegamento, ecc...) hihihi..... Con salari al ribasso grazie agli schiavi d'importazione moderni e mantenendo identici i prezzi di beni e servizi prodotti, vedrete come l'economia locale riparte alla grande! Già ma il costo della vita nella nostra isola guai a ritoccarlo verso il basso !!!

elvetico 7 anni fa su tio
Quando si aumenteranno gli stipendi e non solo gli affitti e i premi delle casse malati, gli svizzeri torneranno a spendere al ristorante. Non è difficile da capire.

Lucauno 7 anni fa su tio
Risposta a elvetico
Aumentare gli stipendi non è la soluzione, sono i prezzi che vanno diminuiti. Aumentando gli stipendi si fanno lievitare i prezzi, quei prezzi che rispetto all'estero sono troppo alti. I prezzi alti di sicuro non attraggono i turisti e nemmeno gli indigeni. Tra l'altro, i turisti da noi ormai possono solo vedere capannoni e mangiare pizza. Il turismo è finito.

Thor61 7 anni fa su tio
Risposta a Lucauno
In Svizzera i politici, hanno fatto finta di non sapere che il "Turista" veniva a versare denaro nelle banche, ed oggi senza il segreto bancario che vengono a fare??? Il CF ha regalato ad altri paesi la possibilità di avere "Turisti" in primis Bruxelles e l'arrembante USA e questo purtroppo è lo scotto da pagare, gli altri staranna meglio e noi peggio, ringraziamo tutti il CF.

Lucauno 7 anni fa su tio
Risposta a Thor61
Dici bene, ma in fondo per noi popolaccio, c'è altro che scoccia. Prendi ad esempio quei piccoli commerci di frontiera che anni fa stavano a galla egregiamente con tabacco, benzina, caffè, dadi per brodo e altro ancora: oggi il tabacco costa meno in Italia così come la benzina e altro. I canapai, che contavano la maggior parte dei clienti fra gli italiani li hanno fatti chiudere. Praticamente, le nostre autorità, hanno strozzato le galline dalle uova d'oro che avevamo calando le brache all'Europa per paura di scattivarla. Per dirla come i dottori dico anch'io: Andiamo avanti così.

Thor61 7 anni fa su tio
Risposta a Lucauno
E pensare che tutto questo era cominciato ancora prima che l'UE cominciasse a rompere le scatole alla Svizzera, guarda come era avanti il nostro caro C.F. Naturalmente ora la Chiasso pulita e silenziosa (E vuota) è più bella, naturalmente i disoccupati ringraziano anche loro il C.F. per aver dato un sacco di "tempo libero" a molti ;o(((

Lucauno 7 anni fa su tio
Risposta a Thor61
Eh si. Ancora prima che la UE cominciasse a rompere, parecchi dei nostri politici eurotubo hanno cominciato a bombardarci con la propaganda pro UE. Ora si ritrovano nella condizione di dover confermare la loro infallibilità, manco fossero il Papa, e nel contempo tentare di sostenere l'effimero. Napoleone Bonaparte sosteneva che l'impossibile non esiste e sappiamo tutti che fine ha fatto. Gli odierni euroturbo sostengono la stessa cosa e ci credono. Per noi poveri bortoli il futuro é chiaro, ma intanto i Grandi la vedono diversamente. Auguro quindi ai Grandi molto tempo libero! OO:)))

rita b. 7 anni fa su tio
quando un espresso costa 3.50 non mi meraviglio!!!!

Thor61 7 anni fa su tio
Risposta a rita b.
Il vero problema non sono i 3,50 CHF. del caffè, ma i 2.500 CHF. di stipendio, purtroppo.

The Osage 7 anni fa su tio
Veramente a volte non capisco dove vivano queste persone. Il potere di acquisto in Svizzera è notevolmente diminuito, quindi siccome non tutti vogliono rinunciare ad uscire almeno un volta alla settimana a cena, le persone vanno dove possono starci dentro con quello che guadagnano, e questo è all'estero. O se si è troppo lontani dal confine si va una volta al mese a cena fuori. Quindi conseguente diminuzione delle entrate per ristoranti. Iniziate a sperare per un SI al 5 giugno, che così si recupera un po di potere d'acquisto.

tazmaniac 7 anni fa su tio
//Gli svizzeri spendono meno al ristorante e al bar// ma va? chissà come mai?
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