Cerca e trova immobili
L'interesse per questo tipo di commercio aumenta sia da parte dei consumatori che dei commercianti
BERNA - Circa la metà degli svizzeri (51%) effettua almeno un acquisto online al mese, stando ad uno studio. L'interesse per questo tipo di commercio aumenta sia da parte dei consumatori che dei commercianti, anche se esistono ancora lacune.
Le imprese svizzere hanno l'interesse e l'opportunità di rispondere meglio ai bisogni dei clienti online, indica il barometro dell'e-commerce 2015.
Il 17% delle persone interrogate effettua un acquisto via Internet una volta la settimana e il 4% una volta al giorno. Solo il 4% dei consumatori afferma di non acquistare mai online.
Lo studio, realizzato dalla Scuola universitaria di gestione di Zurigo e dalla Posta svizzera, si è concentrano sui motivi che spingono molte persone ad acquistare sedute davanti al loro computer. Tre le ragioni principali: non dipendere dagli orari, poter facilmente paragonare le offerte e farsi consegnare la merce a casa. Il prezzo più basso invece è un "motore" solo per il 31% degli intervistati.
Viaggi (57%), libri, musica e film (55%), abbigliamento (53%) e biglietti per manifestazioni (44%) sono gli articoli più acquistati via internet. In basso alla classifica invece figurano l'abbigliamento sportivo, i giocattoli, i cosmetici, gli alimentari e i mobili.
Il 60% degli intervistati apprezza la flessibilità che offre internet. Il pagamento appropriato (93%), la certificazione del negozio (83%) e la gratuità della restituzione (73%) sono altri criteri che favoriscono gli acquisti.
Quanto al mezzo, il 62% dei consumati afferma di non utilizzare mai lo smartphone per gli acquisti in linea e il 52% ritiene la procedura troppo complicata.
Le ragioni più frequenti di rinuncia ad un acquisto sono i costi nascosti che appaiono solo al momento di pagare (46%) e - per i negozi online esteri - la mancanza di opzioni per la consegna in Svizzera (56%).
Per il sondaggio sono state interrogate 15’000 persone (50% uomini e 50% donne). Il 68% erano germanofoni, il 24% francofoni e l'8% italofoni.
