Il grande magazzino rimetterà sugli scaffali la merce che aveva ritirato dopo la decisione della Ue di etichettare i prodotti degli insediamenti ebraici in Cisgiordania e Golan
BERLINO - I prodotti israeliani tornano sugli scaffali del berlinese KaDeWe, uno dei più noti e grandi empori d'Europa fondato nel 1907 dall'ebreo tedesco Adolf Jandorf ed espropriato nel 1933 dai nazisti al loro arrivo al potere.
È durata infatti poche ore - dopo la protesta con il governo tedesco del premier israeliano Benyamin Netanyahu - la decisione della direzione del 'Kaufhaus des Westens' di ritirare dalla vendita le bottiglie di vino di otto aziende israeliane a seguito della mossa della Ue di etichettare i prodotti degli insediamenti ebraici in Cisgiordania e sul Golan.
"Ci rammarichiamo che l'atteggiamento sbagliato del gruppo - ha fatto sapere il KaDeWe - abbia portato a fraintendimenti e di questo ci scusiamo". Una "mossa affrettata e priva di tatto", ha aggiunto il gruppo - citato da Haaretz - spiegando di "respingere ogni forma di discriminazione e intolleranza. Ovviamente continueremo con grande piacere ad offrire un vasto assortimento di prodotti israeliani".
La prima decisione del KaDeWe è stata oggetto di una furibonda reazione del premier Benyamin Netanyahu che, parlando stamattina in apertura della consueta riunione di governo a Gerusalemme, ha chiesto al governo tedesco (che non ha appoggiato l'etichettatura Ue) di intervenire immediatamente.
Era stato il settimanale tedesco 'Spiegel' a rivelare la vicenda riportando anche una dichiarazione della portavoce del KaDeWe Petra Fladenhofer secondo cui "solo dopo aver installato le etichette i prodotti torneranno sugli scaffali".
"Quel grande magazzino - ha tuonato Netanyahu - è stato di proprietà ebraica e i nazisti se ne sono impossessati. In maniera assurda, ora sta etichettando i prodotti delle comunità di Giudea, Samaria e delle Alture del Golan. Ha cominciato con l'etichettatura ed ora ci dicono che i prodotti sono stati rimossi dagli scaffali: un boicottaggio sotto ogni aspetto". "Protestiamo fortemente - ha incalzato - contro questo passo che è inaccettabile moralmente, storicamente e nei fatti. Ci aspettiamo che il governo tedesco intervenga su questa grave vicenda".
Quasi subito dopo è arrivato il dietro front del KaDeWe con le scuse ufficiali. Il grande magazzino - che durante la Seconda Guerra Mondiale fu distrutto da un incendio e poi ricostruito sulle sue ceneri - è stato da sempre il fiore all'occhiello di Berlino: secondo le intenzioni di Jandorf doveva diventare un centro in grado di far rivaleggiare Berlino con Parigi e Londra.
Successivamente la proprietà passò all'impresa Hermann Tietz, anche questa ebraica, che nel 1933 fu costretta dai nazisti a passare la mano e a licenziare prima i dipendenti ebrei. Oggi il KaDeWe, con i suoi 60.000 metri quadrati di superficie di vendita, è il grande magazzino più esteso dell'Europa continentale ed il reparto delle specialità gastronomiche costruito negli anni '20, è notissimo. A seguito dell'ampliamento del 1978, il KaDeWe è il secondo reparto di generi alimentari più grande di tutti i centri commerciali del mondo.