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UNIONE EUROPEACrescita debole e ripresa lenta. Preoccupa Eurozona

13.10.15 - 16:34
La commissione europea ritiene che abbia influenzato pure il rallentamento esterno
Crescita debole e ripresa lenta. Preoccupa Eurozona
La commissione europea ritiene che abbia influenzato pure il rallentamento esterno

BRUXELLES - La ripresa è lenta, gli investimenti pochi, la crescita debole: l'Eurozona sembra finita in un "circolo vizioso" che è "fonte di grande preoccupazione". Lo scrive la Commissione europea nel rapporto trimestrale sulla zona euro.

"La ripresa della zona euro è debole sia per i suoi standard storici che rispetto alle altre economie avanzate. Il rallentamento dell'ambiente esterno, in particolare in Cina, e l'aumentata volatilità sui mercati potrebbero ulteriormente rallentare le prospettive economiche", si legge nel documento.

"Rispetto a prima della crisi - scrive Bruxelles - oggi l'Eurozona è in una miglior posizione per affrontare le conseguenze degli shock economici". Ciononostante, la ripresa è debole anche rispetto a quelle altre economie avanzate "colpite da crisi bancarie sistemiche".

La debolezza "è sia strutturale che ciclica" e, sul fronte della domanda, sono gli investimenti la principale fonte di debolezza. Per la Commissione questo "circolo vizioso tra 'deleveraging', bassi investimenti e crescita lenta è fonte di grande preoccupazione".

La crescita potenziale sembra essere stata influenzata dalla crisi più che in passato e più che nelle altre economie, spiega Bruxelles. La "chiusura" dell'"output gap" è stata più lenta perché la crisi dei debiti del 2011 ha allontanato l'Eurozona dal ciclo economico globale.

"L'analisi sottolinea anche debolezze nel processo di aggiustamento, in particolare nel mercato del lavoro. L'aggiustamento del costo del lavoro è stato lento rispetto all'aumento della disoccupazione, portando a un aumento più consistente della componente non-ciclica della disoccupazione rispetto alle altre economie", si legge nel rapporto.

"La risposta in termini di politiche economiche è stata limitata dagli squilibri macroeconomici accumulati prima della crisi, e dalle incompletezze dell'Unione monetaria (Emu)". Inoltre, "il lento risanamento dei bilanci delle banche è stato un impedimento alla crescita".

Guardando al futuro, secondo la Commissione, da una parte si può essere ottimisti perché le riforme stanno cominciando a dare i propri frutti. Dall'altra, però, con la crescita potenziale che ancora non dà segni di miglioramento bisogna impegnarsi in nuove riforme strutturali "sia a livello di Stati membri che europei, per assicurare la crescita ad un binario più solido". Le riforme dei paesi "devono andare mano nella mano con passi risoluti per completare l'architettura dell'Emu, con particolare enfasi al completamento dell'Unione finanziaria".

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