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EUROPALe riparazioni hi tech? Le "fai da te" grazie a Ifixit

03.10.15 - 17:34
Il vademecum per riparazioni sta spopolando sul web
Le riparazioni hi tech? Le "fai da te" grazie a Ifixit
Il vademecum per riparazioni sta spopolando sul web

BRUXELLES - Spopola sul web e si chiama Ifixit il vademecum per riparazioni 'fai da te' che dopo gli Usa sta conquistando l'Europa. Fornisce gratis manuali di soluzioni per rimettere a posto 4000 prodotti, soprattutto cellulari e apparecchiature hi tech, che altrimenti finirebbero in discarica.

Non a caso a farlo conoscere all'Europarlamento ci hanno pensato gli ambientalisti dello European Environmental Bureau (EEB), che riunisce 140 organizzazioni in Europa. È in questi giorni infatti che Bruxelles sta lavorando al nuovo pacchetto di misure dell'economia circolare che include ecodesign dei prodotti, riuso e riciclo dei rifiuti, atteso entro la fine del 2015.

"Avevo vent'anni, volevo riparare da solo il mio pc e alla fine ho scritto da solo il manuale e trovato i pezzi di ricambio", racconta Kyle Wiens, il fondatore statunitense di Ifixit, oggi trentaduenne e alla guida di un business che in Europa conta già circa 5 milioni di utenti al mese, di cui circa 500'000 italiani, nocciolo duro di clienti insieme a tre milioni di britannici, un milione di tedeschi e 600'000 francesi.

"Il nostro obiettivo è diventare la wikipedia delle riparazioni", racconta Wiens. "Ho imparato subito che i produttori non cooperano: vogliono consumatori che comprino un nuovo articolo e basta", aggiunge. Se è vero che l'Unione Europea vuole smettere di produrre montagne di immondizia, inclusi i rifiuti elettronici, con il pacchetto di nuove norme in arrivo "dovrà chiedere - sottolinea - l'accesso a manuali e pezzi di ricambio perché le aziende non possono fornire un servizio di assistenza in ogni comune". Nel settore, prosegue, c'è "un enorme potenziale di nuovi posti di lavoro: almeno 10'000 negozi di riparazione sono fioriti in Europa negli ultimi cinque anni", che chiaramente usano i suoi manuali gratuiti.

"Per realizzare una vera economia circolare vorremmo vedere regole per il design ambiziose, che assicurino che i prodotti durino nel tempo, possano essere disassemblati e riassemblati", spiega Jeremy Wates, segretario generale di EEB, che preme perché i produttori diano accesso a manuali e pezzi di ricambio. Si punta poi a incentivare i tassi di restituzione dei prodotti: "se riuso i componenti di uno smartphone recupero un terzo del suo valore, che crolla a pochi euro se li getto per riciclarli" aggiunge Wates, convinto che i prodotti rigenerati "dovrebbero avere un marchio 'verde' Ue che garantisca la qualità".

A Bruxelles le bocche sono cucite sui dettagli della strategia per l'economia circolare in arrivo. "L'imperativo è mantenere il valore aggiunto di prodotti e materiali il più a lungo possibile e di eliminare i rifiuti", rassicura il commissario Ue all'Ambiente, Karmenu Vella. "Stiamo valutando - aggiunge - target di riciclo, un uso intelligente delle materie prime e design dei prodotti, riuso, riparazione e riciclo".

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