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LUGANOCon iOS9 via libera agli adblocker, e i siti web tremano

02.10.15 - 06:03
Con l'ultimo aggiornamento anche i mobile potranno dire stop agli spot online
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Con iOS9 via libera agli adblocker, e i siti web tremano
Con l'ultimo aggiornamento anche i mobile potranno dire stop agli spot online

LUGANO - Con l’ultimo aggiornamento i mobile potranno dire stop agli spot online. Un’attacco di Apple a Google? Intanto i portali online temono per il loro futuro.

Che si tratti di banner, pop-up o video che partono anche un po’ a tradimento la pubblicità sul web è parte integrante delle nostre giornate. C’è a chi non dà fastidio, chi la sopporta e decide di “farla fuori” utilizzando programmini appositi. Gli adblocker, così si chiamano, sono disponibili per diversi browser e, con l’ultimo aggiornamento di iOS, anche sui mobile Apple.

Una novità che preoccupa molti siti web che con le pubblicità ci guadagnano. Se, come stima Adobe, questi software nel 2014 hanno oscurato globalmente circa 22 miliardi di dollari di pubblicità, cosa succederà in futuro? Ne parliamo con il prof. Reto Hofstetter di Usi, esperto di marketing e nuove tecnologie.

Si dice che questa mossa sia un mezzo attacco a Google…

È difficile pensare che non si tratti di una scelta strategica, una decisione di questo tipo dev’essere ben pianificata.

Quale potrebbe essere l’obiettivo di Cupertino?

Probabilmente quello di invogliare la clientela commerciale ad usufruire del suo canale di pubblicità in-app. 

Parlando del fenomeno adblocking, quanto è diffuso?

Riguarda solo una minoranza dei navigatori (Adobe stima il 6%). Non sono molti gli utenti che cercano questi software e li installano. Un’informazione interessante di uno studio recente: solo il 25% di chi li usa vuole bloccare tutte le pubblicità. 

Alcune sono più fastidiose di altre?

Certamente, citerei quelle che ostacolano la navigazione con enormi video o immagini. Poco eleganti anche quelle che utilizzano quello che viene chiamato “retargeting” e ripropongono nei banner tutti quei prodotti che abbiamo visionato in altri siti. Viene da chiedersi: «Ma come fanno a saperlo?».

In un certo senso incentivano l’uso degli adblocker?

È indubbio, se una cosa mi dà fastidio io farò il possibile per toglierla di mezzo. Una pubblicità che non mi lascia navigare e che, mentre tento di chiuderla, mi manda su di un altro sito è controproducente. Magari ottiene quello che vuole sulla breve distanza ma sulla lunga può creare disaffezione. 

Molti siti web che con le “ad” ci vivono, quali modelli alternativi di business potrebbero utilizzare?

Fra quelli più praticabili c’è certamente il freemium (esperienza di base gratuita con aggiunte a pagamento). Altrimenti quelli ad abbonamento o offerta (libera o meno).

 

 

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