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GIAPPONEAirbag esplosivo: 36 milioni di richiami dal 2008 per Takada

14.05.15 - 15:55
Il caso è riesploloso perché Toyota, Nissan e Honda hanno richiamato milioni di auto a livello globale
Airbag esplosivo: 36 milioni di richiami dal 2008 per Takada
Il caso è riesploloso perché Toyota, Nissan e Honda hanno richiamato milioni di auto a livello globale

TOKYO - La giapponese Takada, società leader per la produzione di airbag, ha il poco invidiabile primato di aver causato dal 2008 ad oggi 36 milioni di 'recalls', costringendo le case produttrici che hanno installato i suoi prodotti a richiamare le loro auto per un grave difetto agli airbag.

Il caso è riesploloso perché ieri Toyota e Nissan hanno richiamato 6,5 milioni di auto a livello globale per problemi agli airbag installati da Takada e oggi Honda, per lo stesso motivo, ha richiamto quasi 5 milioni di auto.

In realtà si tratta di un 'deja vu'. Il caso degli airbag difettosi di Takada era già deflagrato l'anno scorso quando ben 16 milioni di auto erano state richiamate perché il propellente che causava il gonfiamento degli airbag diventava instabile e poteva esplodere, rilasciando parti metalliche pericolosissime per chi si trovava nell'auto.

Secondo Honda questo difetto potrebbe aver causato almeno sei incidenti mortali. L'eco negli Usa di questo caso è stato vastissimo, una commissione d'inchiesta del Congresso ha messo sotto torchio i dirigenti di Takada e quelli delle compagnie automobilistiche che avevano installato i suoi dispositivi.

L'inchiesta però si è conclusa in modo abbastanza fumoso. Nel dicembre 2014 Hiroshi Shimizu, un dirigente del settore di sicurezza di Takada, ha dichiarato in un'audizione al Congresso di non conoscere ancora la ragione per cui alcuni airbag prodotti a volte esplodono.

"Non abbiamo ancora identificato il motivo", ha spiegato Shimizu, "però siamo fortemente convinti che l'elevata umidità, la temperatura e l'età del prodotto siano fattori che contribuiscano al difetto". In sostanza, negli airbag più vecchi, il propellente che causa il gonfiamento dei dispositivi diventerebbe instabile.

Risultato: Takata ha disposto il ritiro dal mercato degli airbag solo nelle aree degli Usa più umide e non in tutto il Paese, come ha chiesto il Congresso. Secondo l'azienda, infatti, non solo non ci sono elementi che giustificherebbero un richiamo generalizzato ma la richiesta non potrebbe essere soddisfatta prima della conclusione ufficiale delle indagini della National Highway Traffic Safety Administration.

Ora, a distanza di quasi un anno, il problema si ripropone e ricominciano i richiami. Ma qual è il propellente esplosivo, o poco stabile, che rende così pericolosi gli airbag di Takada? Secondo quanto è emerso dalle inchieste del Congresso si tratta dell'ammonio nitrite, un concime azotato, utilizzato come fertilizzante nell'agricoltura e anche nella fabbricazione di esplosivi.

Takada produce questi airbag soprattutto in Messico e negli Usa, in pratica si tratta di un pallet che accende il gas che riempie di aria i dispositivi installati. L'ammonio nitrite ha sostituito il tetrazolo per un motivo molto semplice: perché è molto meno costoso. Secondo i dirigenti di Takada il problema è come stabilizzare questo propellente, che in realtà secondo loro sarebbe "stabile e sicuro".

Mark Lilla, un ex dirigente di Takada sentito nel corso delle audizioni al Congresso, assicura invece che il suo utilizzo "poteva portare ad esiti catastrofici". Lo stesso Lilla si è dimesso prima che l'azienda iniziasse ad introdurre il nuovo propellente. Va anche ricordato che Takada nasce nel 1930 in Giappone e si specializza nella produzione di paracaduti per l'esercito durante la Seconda guerra mondiale. Poi diventa leader mondiale delle cinture di sicurezza e solo nel 1988 inizia a produrre airbag. Nel 2014 Takada installava airbag sul 20% della auto Usa.

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