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BASILEAChiude Botty. "La caduta della soglia minima? Uno tsunami"

13.04.15 - 11:42
I negozi del centro di Basilea fanno sempre più fatica a sopravvivere
Chiude Botty. "La caduta della soglia minima? Uno tsunami"
I negozi del centro di Basilea fanno sempre più fatica a sopravvivere

BASILEA - Affitti alle stelle, un tram che porta direttamente verso i centri commerciali tedeschi, proibizione del traffico privato nel centro: è sempre più dura la situazione per i commerci della città di Basilea. Dopo 31 anni di attività chiude ora anche il negozio di scarpe Botty della Gerbergasse. "Le abbiamo provate tutte", spiega alla "Basler Zeitung" Max Thommen, proprietario del punto vendita assieme alla figlia. Diciannove dipendenti rimangono senza lavoro.

I problemi - racconta il gerente Markus Haefeli al foglio renano - sono cominciati sei anni or sono, quando lo stabile che ospita il negozio è stato acquistato da un investitore olandese, che ha aumentato l'affitto del 50%. Botty ha dovuto quindi traslocare a un nuovo indirizzo, mentre in quello vecchio c'è ora un Apple Store.

Poi è cominciato il turismo degli acquisti in grande stile, favorito da ultimo dal tram 8, la linea che parte da Basilea e arriva direttamente davanti ai templi dello shopping in Germania. "Arrivano turisti degli acquisti da tutta la Svizzera in treno con i loro carrellini, in stazione cambiano e salgono sul tram 8 e poi vanno a comprare oltre confine", si rammarica l'imprenditore.

Il nuovo regime del traffico, che ha bandito le auto dal centro e che non ha mancato di suscitare vivaci critiche, ha ulteriormente aggravato la situazione. E sempre più forte è anche la concorrenza dell'offerta online.

Haefeli ha provato ad attirare clienti con promozioni e ribassi, ma non c'è stato verso. "Quando è caduta la soglia minima di cambio euro/franco su di noi è passato uno tsunami", afferma. Nel frattempo lo stabile ha cambiato di proprietario, che non vuole venire incontro nemmeno a un potenziale subentrante: l'affitto risulta così troppo elevato per il giro d'affari che è possibile realizzare.

"I politici ci dicono sempre che dobbiamo essere flessibili e tenere aperti i negozi più a lungo, ma questo non può compensare la differenza di prezzo e di cambio", sostiene Haefeli. "Nel centro, con queste pigioni elevate e le condizioni quadro sfavorevoli, sediamo su una bomba a orologeria". "Mi dispiace per i dipendenti, alcuni erano da noi da 30 anni", gli fa eco il proprietario Thommen.

Oggi è partita la liquidazione totale, con il ribasso del 50% su tutto l'assortimento.

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