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SVIZZERAIl ritorno della cartolina nell’era degli smartphone

14.11.14 - 07:10
Oltre 2mila al giorno sono state spedite negli ultimi sette mesi in Svizzera, grazie a un’app della Posta che consente l’invio gratuito. Il professor Lorenzo Cantoni ci spiega perché
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Il ritorno della cartolina nell’era degli smartphone
Oltre 2mila al giorno sono state spedite negli ultimi sette mesi in Svizzera, grazie a un’app della Posta che consente l’invio gratuito. Il professor Lorenzo Cantoni ci spiega perché

ZURIGO - Sembrava avessero ormai stravolto le regole della comunicazione; pensionato troppo in fretta maniere ancora giovani, eppure già vecchie, di relazionarsi con il prossimo: sms, e-mail, mms, spodestati da smartphone, app e nuove forme di corrispondenza. Ma proprio qui comincia la rivincita di un genere addirittura più antiquato, ormai abbandonato, considerato appannaggio di chi non ha saputo stare al passo la tecnologia: la cartolina. In sette mesi, in Svizzera, ne sono stati spediti 450mila pezzi: oltre 2mila al giorno.

Merito di un’applicazione che la Posta ha messo a disposizione dagli utenti dal 20 marzo scorso, per inviare gratuitamente un messaggio ogni 24 ore a un destinatario prescelto, in Svizzera o Liechtenstein. Unico dazio, un messaggio pubblicitario stampato a margine per informare di altri servizi a pagamento: per il resto, l’immagine prescelta, scaricata da internet o scattata con la fotocamera integrata, viene riprodotta su carta e consegnata all’indirizzo indicato a spese della Posta. "Il nostro obiettivo è incentivare l’utilizzo della piattaforma a pagamento PostCard Creator", spiega la portavoce Nathalie Dérobert Fellay, giustificando l’assenza di indagini statistiche volte a conoscere la tipologia di utenza intercettata o l’effettivo incremento degli accessi agli altri servizi. Di certo, assicura, "per ora non è prevista una data di scadenza: l’opportunità sarà offerta fino a che ci sarà l’interesse". Che, dal punto di vista scientifico, trova diverse spiegazioni plausibili. "Ciò che viene soppiantato non muore – spiega Lorenzo Cantoni, professore di comunicazione online all’Usi e direttore dell’Istituto di tecnologie della comunicazione – Trova delle nicchie, come il collezionismo o la ricerca di uno status symbol".

Professore, social network e app hanno davvero soppiantato sms e e-mail, specie fra i giovanissimi?
"I dati della ricerca Swisscom, che ogni due anni monitora gli usi dei ragazzi fra i 12 e i 19 anni, mostrano che sms ed e-mail in realtà sono ancora parecchio utilizzati. La percentuale di chi invia o riceve un sms almeno una volta al giorno è passata, fra il 2010 e il 2012, dal 92% al 91%. Molto dipende dalle modalità contrattuali, che magari prevedono l’invio illimitato di sms. L’e-mail è un mezzo che sta cedendo il passo ai social network o whatsapp: ma va considerato che nel 2010 la percentuale dei giovani che lo usava era del 10%, oggi del 61%. Lo smartphone è un bene alla portata di quasi tutti i ragazzi. È vero che l’utilizzo maggiore è per l’ascolto di musica, poi si naviga su internet. La telefonata è solo al 3° posto, l’e-mail al 4°".

Che cosa succede quando una novità entra sul mercato?
"I mezzi di comunicazione lavorano in modo ecologico. Significa che una nuova specie non abbatte lw precedenti ma cerca di trovare un equilibrio. Le possibilità sono due: o si espandono tutte, incrementando ciascuna il proprio spazio, oppure, nei contesti in cui il nuovo minaccia il vecchio, com’è il caso della cartolina, il passato non scompare immediatamente e totalmente. Trova delle nicchie dove rimanere in vita. Pensiamo ai dischi in vinile: un terzo dei miei studenti possiede un giradischi. Possono trovare collocazione ideale nel collezionismo oppure nella ricerca di uno status symbol. Chi usa abitualmente la penna stilografica al giorno d’oggi? Ma nella stipula di contratti importanti ricompare".

Le cartoline non erano ormai un po’ troppo fuori moda?
"La questione è interessante. In questo caso si tratta di un fenomeno sia di collezionismo, sia di ibridazione. L’ibridazione più grande è il cellulare stesso, che non so perché ci ostiniamo a chiamare telefono. È un computer, una macchina fotografica, un lettore di musica e video, un dispositivo per l’invio della posta. Ha molteplici funzioni: ci sta dunque che invii perfino cartoline. Esistono app che semplificano la realtà quotidiana anche in ambito manuale, come quella per mettere in bolla un quadro sul muro. L’estensione è così forte da raggiungere anche tecnologie in recessione, come le cartoline".

Perché spedire un’immagine cartacea, quando basterebbe inviarla in digitale?
"In università ho il mio piccolo osservatorio. Ebbene, quasi tutti i ragazzi negli ultimi sei mesi hanno spedito cartoline. Nel mondo della comunicazione vale la differenza. La nuova tecnologia paga finché la diversità è un bonus e aumenta le chance di essere notati. Quando diventa alla portata di tutti, perde il suo valore iniziale. È il differenziale che conta. Oggi che tutti sanno usare Power Point, fa più figura la lavagna con i gessi. Certo, non scommetterei su un futuro delle cartoline fra 50 anni. Ma sono anche fra i pochi oggetti che potrebbero varcare quella soglia, a dispetto delle tecnologie più avanzate".

Parrebbe un controsenso
"La durata del digitale è un tema affascinante. Trent’anni fa si scattavano molte meno fotografie, rispetto a oggi. Ma nessuno sa predire quanto dureranno le immagini su cd o quelle caricate su Facebook. Viviamo sull’istante. La tecnologia analogica era molto meno evoluta, ma si poteva vedere. Al digitale gli occhi non bastano. Servono hardware, software, elettricità. L’obsolescenza del digitale è fortissima. Potremo rinfrescare le immagini, convertire i formati: ma quanti lo faranno? Per quanto tempo? A quali costi?"

 

 

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