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SERBIAChiude la Zastava, storico marchio

27.10.16 - 15:44
È stata dichiarata bancarotta
Chiude la Zastava, storico marchio
È stata dichiarata bancarotta

KRAGUJEVAC - Aveva lo stesso significato e lo stesso carico di suggestione della Trabant nella Germania dell'Est: la Zastava della Jugoslavia di Tito era l'auto che rappresentava la potenza produttiva industriale, la tecnologia, lo sviluppo sociale. La Yugo 45, la Ficko sono state auto fabbricate nell'impianto di Kragujevac (oggi in Serbia) in cui hanno viaggiato gli jugoslavi e i loro sogni.

A interrompere tutto ciò - come riporta il quotidiano triestino "Il Piccolo" - non è stato soltanto la scarsa competitività dei modelli (non fosse altro che per l'elemento estetico ben lontano dai canoni occidentali) quanto la bancarotta decisa dal Tribunale di Kragujevac.

La sentenza ha però soltanto sancito il fatto che la Zastava Avtomobili era schiacciata da 330 milioni di euro di debiti rispetto a un valore aziendale di 5,25. I giudici hanno preso atto di un declino inarrestabile cominciato nel 2008 quando la Fiat e il governo serbo crearono una joint venture che portò alla avviata Avtomobili Srbija che prendeva della vecchia Zastava macchinari e beni immobili.

Un rapporto, quello con il gruppo italiano, cominciato ancor prima, quando la Zastava produceva su licenza della Fiat vari modelli. Non la brutta Yugo 45, della quale ne furono fabbricati 4,3 milioni di esemplari, esportata anche in 76 paesi. Erano anni d'oro: prima della guerra balcanica la Zastava occupava 13.500 dipendenti. Poi la guerra, e infine, nel novembre 2008, l'ultima auto mai prodotta appunto, prima che la Fiat ne rilevasse i macchinari: una Yugo 45.

La Zastava in origine, nel 1853, produceva armi, ma un anno dopo l'attività fu convertita in automobili. Molto bene le ricordano i triestini: in città negli anni del confine e del contrabbando giungevano da oltre cortina a centinaia le Yugo, le 600 Zastava dai colori impensabili. I loro conducenti arrivavano, acquistavano qualunque tipo di merce, caricavano fino all'inverosimile le vetture e ripartivano per rivendere le merci a prezzi notevolmente più alti al di là del confine. Superavano la dogana grazie alla compiacenza delle guardie alla sbarra. Dall'attuale Slovenia quei prodotti giungevano fino a tutta l'Europa centrale e oltre, fino all'impero dell'Orso russo.

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