«Quanto prendi al mese?», nessuno lo chiede mai apertamente. Eppure le buone ragioni per una maggiore trasparenza salariale ci sono
ZURIGO - Quello della busta paga è uno degli ultimi grandi tabù sul posto di lavoro. Malgrado ciò sono diversi gli studi che sostengono che una maggiore trasparenza salariale potrebbe avere un effetto benefico sia a livello microscopico (nell'orbita aziendale) che macroscopico (il mercato del lavoro svizzero). Quali sarebbero? 20 Minuten li ha sintetizzati in quattro punti.
Favorisce un ambiente di lavoro a prova di invidia - Stando all'americana Cornell University, l'opacità per quanto riguarda la busta paga contribuisce negativamente alla produttività. Tradotto in soldoni: se non so quanto guadagnano i miei colleghi (magari a pari mansione) la mia produttività potrebbe risentirne. «È assodato che si tratti di un fattore demotivante», spiega l'esperto di risorse umane zurighese Matthias Mölleney.
Motiva chi è ambizioso - Sapere esattamente quanto si guadagna “in alto” stimolerebbe l'ambizione di chi, invece, si trova più “in basso” e che sarà portato a dare di più. Lo sostiene un articolo pubblicato sul portale finews.ch.
La chiarezza tranquillizza - Anzianità, differenza di mansione all'interno dell'organico, eccetera eccetera. Sapere come mai Tizio guadagna X e Caio invece Y mette chiarezza nell'ecosistema dell'ambiente lavorativo e rende tutti più soddisfatti. A guadagnarne è la serenità generale.
Cancella la discriminazione - La trasparenza è un'arma efficace per far rispettare la parità di retribuzione per lavoro di pari valore. «Aiuta inoltre a prevenire la discriminazione salariale di genere», ha commentato Pepo Hofstetter del sindacato Unia. In caso di assunzione di lavoratori stranieri, inoltre, stronca sul nascere situazioni di dumping e abusi di ogni sorta.
«Contrario al nostro modello» - Per quanto ipoteticamente benefica, un'operazione trasparenza imposta dall'alto sarebbe, però, «incompatibile con il modello svizzero». lo sostiene Daniella Lützelschwab dell'Associazione dei datori di lavoro svizzeri: «In questo paese una decisione del genere può essere solo interna all'azienda, non ci può essere nessuna coazione da parte dello Stato».
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