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SVIZZERAL'apertura dei mercati? «Una sfida, non una minaccia»

23.08.16 - 11:31
Lo dice uno studio condotto dall'Alta scuola per le scienze agronomiche, forestali e alimentari di Zollikofen
L'apertura dei mercati? «Una sfida, non una minaccia»
Lo dice uno studio condotto dall'Alta scuola per le scienze agronomiche, forestali e alimentari di Zollikofen

BERNA - L'apertura dei mercati rappresenta una grande sfida per il settore agroalimentare svizzero, ma non costituisce una minaccia esistenziale: lo dice uno studio condotto dall'Alta scuola per le scienze agronomiche, forestali e alimentari di Zollikofen (BE).

Accordi come quello di partenariato transatlantico (TTIP) tra Stati Uniti e Unione europea sarebbero perfino benefici per i consumatori svizzeri, precisa lo studio, commissionato dalla comunità di interesse per il settore agroalimentare, insieme a economiesuisse, Migros e Nestlé.

Se la Svizzera si unirà all'accordo, le importazioni aumenteranno, in particolare di cereali e carne, rileva ancora lo studio, che ha analizzato diversi scenari con prezzi, import ed export di derrate alimentari. Per il nostro Paese si aprirebbero nuove opportunità nell'esportazione soprattutto di prodotti lattieri e caseari, mentre i consumatori godrebbero di vantaggi, in quanto il TTIP porterebbe a una calo dei prezzi alla produzione.

Ma nel caso di una liberalizzazione completa del mercato, la Svizzera non può pensare di muoversi da sola, avverte lo studio: l'industria casearia, quella alimentare e l'agricoltura in generale si troverebbero svantaggiate rispetto alla concorrenza dell'UE.

C'è chi dice no - Non la pensa così l'Associazione svizzera per un settore agroalimentare forte (ASSAF), secondo cui «il rimedio contro la liberalizzazione non è una maggiore liberalizzazione». I grandi progetti di accordi internazionale hanno subito una frenata dopo Brexit e il TTIP ha perso attrattiva per gli Stati Uniti. I due candidati alla presidenza Usa - Hillary Clinton e Donald Trump - infatti si oppongono. L'argomentazione della pressione internazionale non è quindi più valida, il vento è girato, secondo l'associazione: «La liberalizzazione dell'agricoltura non rientra né nell'interesse dei contadini né in quello dei consumatori, ma in quello della grande distribuzione».

Le discussioni sul TTIP che dovrebbe istituire la più grande zona di libero scambio al mondo vanno avanti dal 2013. Numerose sono le resistenze di associazioni terzomondiste e ambientaliste. Il ministro dell'economia Johann Schneider-Ammann ha precisato lo scorso marzo che il governo deciderà la sua strategia quando sarà reso pubblico il contenuto degli accordi.

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COMMENTI
 

Aky 7 anni fa su tio
Cosa dobbiamo leggere.... i vantaggi dei consumatori sono i cereali della Monsando geneticamente modificati, mentre col cavolo che si esportano prodotti caseari e lattieri!! Se costa più da noi che altrove cosa pretendiamo di esportare ? O vogliamo ancora tirare il collo ai contadini ? Ma per favore!!!! Chiudiamoli un po' i mercati, che non sarebbe male.

Webster 7 anni fa su tio
ma certo, e voi pensate che ci crediamo? studio commissionato da Migros Nestlé, ecc. Ma per favore Alta scuola del c..
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