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GIAPPONEG7: «Estremamente importante mantenere la stabilità delle valute»

21.05.16 - 17:56
Negli ultimi 6 mesi, lo yen - che in tempi di crisi è considerato un investimento rifugio - si è apprezzato di oltre il 10%
G7: «Estremamente importante mantenere la stabilità delle valute»
Negli ultimi 6 mesi, lo yen - che in tempi di crisi è considerato un investimento rifugio - si è apprezzato di oltre il 10%

TOKYO - Il Giappone e i ministri dell'Economia dei paesi del G7 convengono sulla necessità di non svalutare le proprie valute per ragioni commerciali, ma il ministro delle Finanze nipponico Taro Aso non esclude la possibilità di un intervento se la fluttuazione dello yen dovesse continuare a manifestarsi in modo irregolare.

"L'oscillazione eccessiva delle valute può avere un effetto indesiderato se connessa essenzialmente all'apprezzamento dello yen" ha detto Aso, ricordando il messaggio del G-20 di Shanghai, lo scorso mese, che condannava gli interventi dei paesi col solo scopo di favorire i propri interessi commerciali.

La posizione di Aso non è in linea con quella del segretario al Tesoro statunitense Jack Lew, contrario ad ogni forma di intervento che mira a deprezzare la valuta, e scettico riguardo alle argomentazioni del suo omologo giapponese.

Nell'incontro bilaterale avvenuto a margine del summit Lew ha sottolineato la necessità di utilizzare correttamente le politiche fiscali e di espansione monetaria, insieme alle riforme strutturali, col fine di promuovere la crescita.

Dal canto suo Aso, pur ridimensionando la differenze di vedute con Lew, ha detto che ogni nazione deve adattare l'approccio di politica monetaria e i modelli di riforme in base alle criticità della propria economia.

Negli ultimi 6 mesi, lo yen - che in tempi di crisi è considerato un investimento rifugio - si è apprezzato di oltre il 10%, passando da un valore di 125 sul dollaro a quota 109, a causa della instabilità sui mercati finanziari.

Gli Stati Uniti hanno incluso il Giappone nella lista dei 5 paesi sotto osservazione, insieme a Cina, Germania, Corea del Sud e Taiwan, per monitorare gli equilibri commerciali che scaturiscono dagli eccessivi deficit del commercio registrati con tali paesi esportatori.

Pur non accusando apertamente queste nazioni di manipolare il tasso di cambio della valuta gli Stati Uniti hanno minacciato sanzioni nel caso le trattative fallissero. Il Giappone ha sempre sostenuto che la precedente fase di svalutazione dello yen, da quota 80 sul dollaro agli attuali valori, è stata il risultato e non l'obiettivo dell'allentamento monetario promosso con insistenza negli ultimi anni dalla Banca del Giappone.

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