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SVIZZERAAddio, Svizzera bella: i collezionisti d'arte preferiscono Londra

04.05.16 - 06:53
Negli ultimi sei mesi, il porto franco di Ginevra ha perso diversi capolavori: e lo scandalo dei Panama Papers minaccia di peggiorare le cose
Addio, Svizzera bella: i collezionisti d'arte preferiscono Londra
Negli ultimi sei mesi, il porto franco di Ginevra ha perso diversi capolavori: e lo scandalo dei Panama Papers minaccia di peggiorare le cose

GINEVRA - Sei mesi fa era ancora un porto ambito: prediletto dai collezionisti d'arte, che alla città di Ginevra affidano da 127 anni i capolavori di loro proprietà. Non senza polemiche e insinuazioni, come è norma accada quando il giro d'affari è alto: le accuse di scarsa trasparenza, di riciclaggio di denaro sporco ed evasione fiscale hanno infine stravolto la reputazione del porto franco. Dove si trova la più alta concentrazione di opere d'arte al mondo, valore inestimabile: fino a qualche settimana fa, almeno. 

Complici anche i Panama Papers: che rischiano di dare il colpo di grazia ai due depositi esentasse nei pressi dell'aeroporto e del quartiere di La Praille, 150mila metri quadrati che danno ospitalità anche a bottiglie di vino pregiato e inarrivabile. Lo scandalo dell'"Uomo seduto con bastone", un Modigliani da 25 milioni di dollari rubato dai Nazisti nel 1939 e sequestrato a Ginevra lo scorso 8 aprile, nell'ambito dell'indagine sugli affari offshore gestiti dallo studio panamense Mossack Fonseca, non ha certo aiutato. Anzi.

Così Ginevra comincia a esser boicottata: alcune importanti collezioni hanno già lasciato la Svizzera, alla volta di Philadelphia e Londra. Lo conferma il presidente David Hiler, assunto giusto un anno fa dalle autorità ginevrine per fare pulizia e chiarezza su come il sito viene gestito.

Varie le riforme intraprese: tra cui l'introduzione di un sistema biometrico per il monitoraggio dei visitatori. Insufficiente però a risollevare le sorti del porto, per ora. «Non mi aspetto che le cose migliorino in fretta: serve tempo», riflette Hiler. La perdita dei clienti sarebbe nell'ordine delle cose. «Il vero rischio sarebbe stare con le mani in mano». 

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