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EUROPALunedì nero per le borse. L'UE brucia 310 miliardi

08.02.16 - 21:34
Torna la paura dello spread
Lunedì nero per le borse. L'UE brucia 310 miliardi
Torna la paura dello spread

MILANO - È un nuovo lunedì nero sui mercati finanziari del Vecchio Continente. In una sola seduta vengono bruciati altri 310 miliardi di euro di capitalizzazione e l'Italia sconta le conseguenze più pesanti.

La Borsa di Milano affonda (-4,69%), risultando la peggiore tra i principali listini continentali e col Ftse Mib in caduta libera sotto i 17mila punti per la prima volta da luglio 2013 a 16.441 punti. Da inizio anno Piazza Affari da sola ha visto andare in fumo 129 miliardi di euro di capitalizzazione, con vendite che in giornata hanno raggiunto livelli da 'panic selling': il titolo peggiore tra quelli principali è stato Saipem che ha perso il 25%.

Lo spread tra il Btp e il Bund tedesco ritorna poi sui livelli dell'estate scorsa a 146 punti base, col tasso sul titolo decennale del Tesoro in rialzo all'1,67%, e risvegliando vecchie paure che sembravano un lontano ricordo.

Con Milano, a parte Atene (-7,8%), l'altra piazza in grande sofferenza è Madrid (-4,44%) e come per l'Italia, anche lo spread Bonos-Bund riprende la corsa al rialzo volando a 153 punti base con un tasso all'1,74%. In Germania l'indice Dax ritorna sui livelli del 2014 dopo la chiusura di Francoforte (-3,3%). Parigi cede poi il 3,2% e Londra il 2,71%. Oltreoceano la Borsa di New York segna ribassi di oltre il 2%.

A pesare sono i rinnovati timori degli investitori sulla crescita economica mondiale con il crollo del prezzo del petrolio e il rallentamento di Cina e Stati Uniti. In particolare - spiegano gli analisti - "sta crescendo il rischio di una recessione accompagnata dalla deflazione".

E così è partita una corsa alla ricerca di beni rifugio come bund, oro e yen a discapito di titoli azionari come gli industriali e soprattutto quelli bancari, che al momento vengono scaricati in massa sulle due sponde dell'Atlantico.

A Piazza Affari il titolo peggiore tra i bancari è stato Mps che ha chiuso in calo dell'11%, stessa perdita per Bper, mentre Ubi e Carige hanno ceduto il 10%. Bpm, Mediobanca e Banco popolare hanno lasciato sul terreno il 9%. Unicredit ha perso oltre il 5% e Intesa il 4%.

In Germania i colossi Deutsche Bank e Commerzbank hanno perso entrambe oltre il 9%, mentre in Grecia il settore è letteralmente crollato: Eurobank e National bank hanno ceduto il 29%, Pireus il 27%, spingendo la Borsa di Atene sui minimi del 1990. A Wall Street BofA-Merrill Lynch, Citigroup, Goldman Sachs e Morgan Stanley, alla chiusura dei mercati in Europa, registrano perdite di oltre il 5%. L'indice generale S&P 500 è vicino ai minimi di due anni fa.

D'altro canto il tasso sul Bund a 10 anni tocca il livello più basso dallo scorso aprile mentre il rendimento del titolo tedesco a due anni precipita al minimo storico. L'oro prosegue la corsa al rialzo, salendo ai massimi da giugno a 1.198 dollari l'oncia e la valuta giapponese si apprezza sia contro l'euro che contro il dollaro.
 
 

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